Montemerano (Grosseto). Sabato 2 dicembre alle 18, l’Accademia del libro presenta, alla biblioteca comunale di storia dell’arte di Montemerano, l’incontro dal titolo “Colette, icona di libertà femminile”, una conversazione con letture di Donatella Borghesi e Neera Rocchi.
L’incontro
Perché parlare oggi di Colette, di cui cadono i 150 anni dalla nascita, una dei grandi della letteratura francese, unica donna a diventare presidente dell’Académie Goncourt e l’unica scrittrice a cui sono stati tributati i funerali di stato? Perché, scandalosa autrice di pagine di meravigliosa letteratura erotica, amante insofferente e anticonformista di uomini e donne, resta tuttora un’icona della libertà femminile. Di lei si parlerà durante l’incontro in biblioteca.
A cavallo tra Ottocento e Novecento, Colette ha vissuto gli anni turbinosi della Belle Epoque mettendosi perennemente in gioco, mescolando l’avventurosa vita privata con la sua lingua letteraria unica, come la definisce la psicoanalista e scrittrice Julia Kristeva, che l’ha inserita nella sua trilogia dedicata al genio femminile, insieme ad Hannah Arendt e Melanie Klein. Una lingua che incarna il corpo e la natura, in un flusso poetico che recupera in ogni titolo della sua vastissima produzione letteraria – da “La naissance du jour” a “Gigi” – un pezzo, un dettaglio, una percezione particolare della propria biografia. “Per lei, la scrittura è la compenetrazione tra la lingua e il mondo, tra lo stile e la carne”, scrive Kristeva.
Sidonie Gabrielle Colette
Ma il suo non è stato un percorso indolore: libera e condizionata, la definisce infatti la biografa Michèle Sarde. Nata nella campagna della Borgogna, va in sposa a vent’anni a un uomo più grande di lei, un editore e scrittore abile a muoversi nella Parigi mondana di quegli anni. Sidonie Gabrielle Colette scrive a cottimo con la firma del marito, Willy, la serie di grande successo di Claudine, storia a puntate di una vivace e maliziosa adolescente in collegio. In una complicità (probabilmente subita) con Willy, si trasforma in un personaggio della folle Parigi degli anni Venti: si taglia i capelli alla garçonne, si mette in smoking, balla vestita solo di veli nei music-hall, fa teatro. Solo per vie legali riesce dopo dieci anni a liberarsi del marito e riappropriarsi del suo nome e dei suoi romanzi.
Poi, sarà solo Colette. Una delle prime donne a dichiarare la propria bisessualità, alterna amori lesbici, di cui uno molto importante con la nobildonna Missy, ad altri due mariti, e una relazione che fece di nuovo scandalo con il giovanissimo figlio del suo secondo marito. Restando fondamentalmente una donna libera che vive della propria scrittura. Apprezzata da Marcel Proust, che la sentiva vicina nella ricerca del “tempo perduto”, ha il riconoscimento della cultura dell’epoca, da André Gide a Jean Cocteau, che di lei scriveva: “Fu senza dubbio la prima a non aver vergogna del suo ventre… e fu la prima a modellarsi sulla natura e i suoi innumerevoli attentati al pudore”.