Orbetello (Grosseto). “Come Giovani Democratici di Orbetello torniamo a sollecitare il nostro Comune affinché intervenga con celerità e risolutezza sulla situazione di piazza Cortesini”.
A dichiararlo, in un comunicato, è Matteo Porta, segretario dei Giovani Democratici di Orbetello.
“Abbiamo deciso di interpellare l’ufficio igiene e prevenzione della Asl territoriale con cui abbiamo avuto una proficua interlocuzione che ci ha portati ancora una volta a sostenere la negligenza della nostra Giunta comunale e del sindaco, che conferma la sua totale incapacità nell’amministrare la cosa pubblica: un patrimonio culturale da valorizzare lasciato sotto un’incessante pioggia di escrementi, un decoro urbano da preservare di cui non si conosce più neanche il significato, attività lavorative a cui dover dare risposte certe sul come e sul quando tutto ciò finirà abbandonate a se stesse, una salute pubblica da dover garantire per nulla considerata e finanche una garzaia urbana, rarità nel panorama nazionale, da poter valorizzare, ma di fatto paragonata nell’approccio e nel trattamento ad una qualunque invasione di piccioni – sottolinea Porta –. Inutile piangere sul latte versato sostenendo ad esempio l’inutilità dei dissuasori e il chiaro ritardo nell’istallazione; è tempo di guardare avanti e interrogarci su ciò che si può fare concretamente. Com’è noto, l’articolo 54 del Tuel attribuisce al sindaco il potere di emanare ordinanze contingibili ed urgenti in materia di sanità ed igiene pubblica. Non si spiega perchè il nostro sindaco, che ha emesso in passato ordinanze di questo rango per situazioni certamente meno gravi ed impellenti, si ostini a non voler interdire l’area chiudendo immediatamente gli accessi alla piazza”.
“Eppure, appare evidente che il guano di questi uccelli sia veicolo di possibili malattie e, considerata la frequenza con cui questa specie defeca, è impossibile tenere pulita l’area con una igienizzazione neanche quotidiana – prosegue la nota -. Chiediamo quindi a chi ci amministra che spieghi a chiare lettere il motivo di questo immobilismo, auspicando un’attenta valutazione degli interessi in gioco e ricordando che quello alla salute collettiva sia un interesse costituzionalmente tutelato (articolo 32 della Costituzione). Se si ammette invece di non poter in alcun modo allontanare la specie protetta, si valuti l’installazione di cartelli didascalici che spieghino a cittadini e turisti ciò che sta accadendo in quell’area, provando così a trasformarla in un’attrazione o quantomeno evitando che chi vi si imbatte per la prima volta possa pensare ad un’incuria amministrativa”.
“Vi è sennò la possibilità di pensare ad altri sistemi di dissuasione, prendendo a modello altri Comuni (ad esempio Sorano), che hanno dovuto affrontare situazioni simili e l’hanno risolte con successo. Allo stesso modo ed arrivati a questo punto sarebbe persino opportuno iniziare a riflettere sulla sensatezza della permanenza degli alberi di pino in quella piazza – termina Porta -. Insomma, qualsiasi soluzione andrebbe bene e che si scelga pure quella ritenuta più sostenibile, purché si faccia qualcosa e lo si faccia presto”.