Grosseto. “È bastata una settimana per confermare quello che avevamo anticipato e dare uno stop alla radiologia di notte all’ospedale di Orbetello”.
A dichiararlo, in un comunicato, sono Daniele Gasperi e Gabriele Porri, della segreteria del Pci della Federazione di Grosseto.
“Certo faremo, penseremo, agiremo, tutto al futuro, un futuro che, come si è visto anche in altre zone, poi non viene più – continua la nota -. Si confida nella rassegnazione dei cittadini, ci si copre con le solite frasi note e con la carenza dei medici come se quest’ultima l’avessero voluta i cittadini ed infine la grande promessa: non chiude nulla, si riorganizza, ma nella realtà si svuotano i presidi di attività fondamentali e la radiologia è il cuore di un ospedale. Dall’8 gennaio, data in cui doveva partire l’operazione di riduzione della radiologia, tutto è slittato di una sola settimana, quanto è bastato per poter anestetizzare gli animi. E le dichiarazioni del direttore generale ‘non cambia nulla’, che aggiunge ‘per la diagnostica programmata’, nascondono una dichiarazione sibillina dove dietro c’è fregatura che ai tanti, non nel settore, sfugge. L’ordinario, ovvero la routine, la normalità è chiaro che non subirà contraccolpi, ma per tutta la parte straordinaria che riguarda l’urgenza o l’emergenza come si fa a sostenere che tutto sarà come prima?”.
“Cambia e cambia anche molto per quel cittadino che avrà criticità particolari, cambia per il volontariato che sarà obbligato a viaggi sempre più frequenti, cambia per i professionisti di Orbetello e Grosseto, quest’ultimi si dovranno sempre più far carico di un numero maggiore di situazioni, e cambia anche per l’ospedale di Orbetello – prosegue il comunicato -. Nel caso invece di emergenze, legate ad esempio alla chirurgia o a altre situazioni che richiedono interventi d’urgenza, questi saranno eseguiti con trasferimento dell’utente a Grosseto. Ridurre la radiologia in un ospedale significa farlo soffocare e spostare, lentamente, ma con assoluta certezza, le attività altrove. Il non preoccuparci perché non cambia nulla non ci convince perché vi sono criticità che sono concrete che ci permettiamo di evidenziare. Non si potranno fare ecografie né Tac con mezzo di contrasto, si rallentano le diagnosi e ne esistono alcune nelle quali i tempi sono fondamentali, come ad esempio un dolore addominale, che può nascondere una rottura di aorta o una peritonite, che non sono diagnosticabili senza ecografia, né Tac con Mdc”.
“Altre criticità sono quelle collegate ai pazienti acuti ricoverati nei reparti non in sicurezza, come quelli dell’area chirurgica, del Pronto Soccorso e della terapia intensiva – spiega il Pci –. Sono certi invece il sovraccarico dei trasporti, lo stress lavorativo per gli operatori e l’aumento della burocrazia perché per la tele refertazione sono previsti iter burocratici con stampati da compilare e far firmare anche al paziente, telefonate e tempi di attivazione del tecnico reperibile. Chi sarà più colpito sarà chi avrà patologie gravi e, come sempre, le categorie più fragili come anziani, disabili, persone sole i cui familiari saranno costretti a fare staffetta su Grosseto. Infine, la centrale operativa 118 dirotterà direttamente su Grosseto tutti i traumi e i dolori addominali o situazioni a rischio. Orbetello è anche riferimento per l’alto Lazio e gli accessi non sono pochi per non pensare all’ estate, quando la popolazione triplica e le necessità aumenteranno esponenzialmente”.
“In tutto questo, politica e sindaci devono dire la propria senza limitarsi a fare da cornice alle auto celebrazioni della Regione, che promette una cosa e poi ne fa un’altra, ed è proprio da loro che ci aspettiamo una presa di posizione forte e unitaria a difesa di un diritto fondamentale e prioritario – termina la nota – come quello della sanità, che deve essere garantito per il benessere dei cittadini e di tutto il territorio”.