Magliano in Toscana (Grosseto). Sabato 15 luglio, alle 19.00, nello spazio espositivo dell’associazione culturale “Arti in corso”, nel borgo antico di Magliano in Toscana, si inaugura “Rencontre (Incontro)”. La mostra, patrocinata dal Comune, presenta i dipinti di Marie-José Gilliéron e le sculture e i gioielli-scultura di Catherine Porta.
Le artiste
Entrambe nate nella Svizzera francese, amiche fin dall’infanzia, hanno mantenuto vivo il filo della loro amicizia e un costruttivo e profondo dialogo artistico, anche se a distanza. Catherine è approdata, dopo studi artistici all’estero e in Italia, in Maremma, a Magliano in Toscana, dove vive da più di trent’anni. Marie-José ha approfondito varie tecniche (scultura, pittura, lavorazione del vetro) che ama utilizzare anche contemporaneamente, e ha deciso di vivere in un suggestivo borgo svizzero posto su una collina di marmo nero.
Le due artiste apprezzate (entrambe hanno esposto in numerose personali e collettive in Italia e all’estero), di grande sensibilità e competenza, hanno accolto il progetto di esporre insieme con il piacere di continuare il dialogo artistico che le unisce.
“Il mio lavoro, che sia nella pietra, nel vetro o nella pittura a olio – spiega Marie-José Gilliéron -, si esprime unicamente e completamente in modo istintivo. Ė guidato e ispirato interamente dal tema del femminino sacro”.
La vita istintuale, creativa e intuitiva, questa energia profonda e archetipica, Marie-José la sa ascoltare trasmettendola nei suoi dipinti, oli di grandi dimensioni, che espone a Magliano, come nella trilogia “Le Queen Mary III”, potente ode a un mare misterioso che può turbare o, al contrario, rasserenare. In “J’ai perdu le fil rouge!” l’autrice teme di aver perso questa percezione arcaica in una selva densa di verdi scuri, ma non è così, il titolo è giocoso.
Dell’energia femminile profonda Catherine Porta manifesta nelle sue sculture le caratteristiche dell’accoglienza, dell’armonia e della trasformazione. I materiali che usa, pietra, alabastro, marmo, legno, bronzo e argento (nei delicati gioielli-scultura), coniugano la loro durezza e pesantezza in leggerezza e duttilità, rigenerandosi.
Nelle forme organiche delle sculture, caratterizzate da un forte richiamo all’astrazione, pieno e vuoto, levigato e grezzo, finito e non-finito si fondono in un’unità armonica, che spesso prende le forme di un abbraccio, netto o appena intravisto. La materia esprime questa complementarietà in onde dolci, mai aggressive o aguzze. “Cerco di esplorare tutte le possibilità che offrono materiali diversi – spiega la scultrice svizzera – per rivelare una realtà più intima e nascosta”.
All’inaugurazione saranno presenti le autrici.
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