Talamone (Grosseto). Il comitato Salviamo Talamone rende noto che “il Comune di Orbetello, stamattina, in occasione dell’incontro con il consorzio il Molo di Talamone, ha manifestato la volontà di prorogare tutte le attuali concessioni balneari, comprese quelle per i pontili, in linea con quanto stabilito dal Governo con il decreto legge 131 del 2024”.
“Una promessa che, però, l’amministrazione comunale dovrebbe auspicabilmente formalizzare, quanto prima, con una comunicazione agli attuali titolari delle ‘licenze’ marittime – continua la nota del comitato –. La proroga, che porterebbe la scadenza delle concessioni dal 31 dicembre prossimo al 30 settembre 2027, sarebbe una parziale soluzione alla vicenda concernente la trasformazione dell’approdo del gioiello della Maremma in porto turistico, il cui iter, avviato nel 2023, ha subìto un’anomala accelerazione attorno a Ferragosto con l’approvazione di un bando e di un progetto, presentato dalla società Porto turistico di Talamone, i cui soci rappresentano solo il 20% di quanti oggi operano nella darsena in provincia di Grosseto”.
“Nonostante qualche rassicurazione, l’amministrazione comunale, durante la riunione di oggi, non ha chiarito la sua posizione in merito alla promessa, più volta reiterata da esponenti della Giunta guidata dal sindaco Andrea Casamenti e condivisa financo dal Consiglio comunale, di voler portare avanti il progetto per il porto di Talamone coinvolgendo tutti gli attuali operatori – prosegue il comitato -. Va fatta luce, poi, sulla questione della secretazione degli atti: il 78% delle tavole del progetto della società Porto turistico di Talamone non è accessibile, ragion per cui appare quantomeno difficile fare osservazioni o presentare alternative, che l’assessore Luca Teglia oggi ha sollecitato. Non è mai stato spiegato, inoltre, come mai la società Porto turistico di Talamone fosse a conoscenza in anticipo (assemblea societaria del 25 giugno) circa gli atti e le determinazioni che il Comune non aveva ancora formalizzato (delibera del 10 luglio)”.
“È necessario spiegare, altresì, su quali basi finanziare sia stata selezionata, per un progetto il cui costo è stimato dagli stessi consulenti del Comune in 42 milioni di euro, una società che ha, in cassa – termina la nota –, appena 45mila euro”.