Orbetello (Grosseto). Il primo maggio, Festa dei Lavoratori, un melograno in ogni città per ricordare le stragi dei migranti e per operare affinché non si spezzino più vite innocenti, per restare umani.
Anche la città di Orbetello ha aderito, con la presenza dell’amministrazione, per mezzo del consigliere delegato Roberto Berardi, all’appello che “Donne insieme per la Pace”, Anpi, Arci, Cgil e Legambiente Toscana hanno lanciano ai Comuni della Toscana.
Dalla città lagunare viene dunque rinnovata la richiesta ai Comuni di aderire e provvedere operativamente, acquistando e piantando una piccola pianta di melograno in un giardino pubblico.
Tra i Comuni che hanno già comunicato di aver sposato l’iniziativa Firenze, Prato, Sesto Fiorentino, Pistoia, Livorno, Bagno a Ripoli, Empoli, Viareggio, Barberino val d’Elsa, Tavarnelle Val di Pesa, San Casciano Val di Pesa, Rosignano, Castagneto Carducci, Campiglia Marittima, Collesalvetti, Capannoli, Massa e Cozzile, Pontassieve e Santa Brigida.
Per l’avvio dell’iniziativa di piantumazione del melograno è stata scelta la data del primo maggio – in accordo con le numerose iniziative già programmate per la giornata di questa importante e storica festa riconosciuta a livello internazionale – proprio in ragione del valore del lavoro come prospettiva per una vita migliore. L’iniziativa, resa possibile ad Orbetello anche grazie alla consegna gratuita del melograno offerta dal vivaio Le Grotte, proseguirà inoltre durante tutto il mese di maggio con nuove piantumazioni in tutta la provincia di Grosseto.
Tiziana Massetti, segretaria dello Spi-Cgil di Orbetello, ha dichiarato: “Il primo maggio è una data importante, nasce per ricordare l’impegno dei sindacati e gli obiettivi sociali e economici dei lavoratori che li hanno raggiunti con grandi lotte e battaglie, spesso pagando con la stessa vita. E’ un giorno in cui si deve riposare, ma soprattutto serve a ricordare il passato e i nostri padri lavoratori che hanno raggiunto gli obiettivi con fatica e abnegazione. Nasce il 1 maggio del 1886 a Chicago, con un grande sciopero per ottenere la giornata di 8 ore, dopo anni di lotte nel 1889 fu ufficializzata la festa. Grazie all’Anpi e al consigliere Berardi per la collaborazione, insieme si costruisce e si ottengono i risultati migliori per la pace, il lavoro e le pari dignità fra i popoli“.
Daniela Castiglione, presidente della sezione dell’Anpi “Carla Nespolo”, ha aggiunto: “Antifascismo ed antirazzismo sono due elementi fondanti dell’impegno dell’Associazione nazionale Partigiani d’Italia. Decenni di propaganda non possono e non devono cancellare il tema dell’umanità. I flussi migratori rappresentano una questione strutturale che non può essere trattata come un’emergenza oppure un problema per la sicurezza, dando per scontato che chi fugge dalla propria terra, magari perché vittima di guerre o miseria, sia un potenziale criminale e non debba quindi avere diritto ad un futuro, una vita felice per sé ed i propri cari nonché l’aspirazione ad un lavoro onesto e dignitoso. La nostra Carta costituzionale, nata dalla Resistenza, rappresenta in questo il nostro faro valoriale. Piantare simbolicamente un melograno in questa giornata dedicata ai lavoratori si tramuta pertanto in un invito a costituire insieme una forte azione civica in grado di rivendicare, per tutti, giustizia sociale e la fine di ogni sfruttamento del lavoro”.
La lettera aperta
Di seguito il testo della lettera aperta inviata al presidente di Anci Toscana e inoltrata ai sindaci dei Comuni della regione:
“Un Comune, un giardino, l’albero della vita.
Il primo maggio piantiamo un melograno per non dimenticare l’orrore di chi ha perso la vita per migrare.
Quello che è successo a Steccato di Cutro è umanamente incomprensibile e inaccettabile.
Ogni giorno affiorano corpi senza vita, molti bambini/e, che si aggiungono alle vittime accertate e ai molti ancora dispersi per il naufragio di un peschereccio con a bordo migranti avvenuto a pochi metri dalla riva.
Le dinamiche esatte dei fatti saranno accertate da chi di competenza.
Ma quei corpi, senza vita, tanti ancora inabissati, il dolore dei sopravvissuti chiedono rispetto, verità e giustizia.
Lo chiedono tutte le vittime nel Mediterraneo trasformato in un cimitero marino e quelle morte in altre rotte ove freddo, tempeste, siccità non fermano la speranza di una salvezza. Salvezza che solo ‘forse’ si realizzerà. Un forse che è più forte della certezza di un’esistenza in un luogo di guerra, di fame, di rischio ambientale.
Di fronte a tanto strazio, non possiamo rimanere indifferenti. Il male non è solo di chi lo commette, ma anche di chi rimane inerte, non fa nulla per impedirlo.
Vogliamo esprimere solidarietà, vicinanza e impegno di accoglienza diffusa e umana.
Come società civile e con il coinvolgimento delle comunità straniere chiediamo ai Comuni della Toscana che da sempre sono in prima fila per i diritti umani, tramite l’Anci Toscana, di onorare le vittime dell’immigrazione per non dimenticare e per far sì che simili dolori non si ripetano più.
Vogliamo piantare, in occasione del primo maggio, in un giardino di ogni Comune, un melograno e deporre accanto una lapide con scritto: ‘Sono nato in memoria delle tante vite perse nella speranza di un futuro migliore. Basta morti durante le migrazioni’.
Un gesto simbolico affinché sia scongiurato che altre innocenti vite si spezzino.
Un’occasione di pensieri e parole comuni, di fratellanza e sorellanza e di impegno delle istituzioni per affermare il valore supremo della vita”.