Capalbio (Grosseto). Il Consiglio di Stato ha ritenuto legittimo il diniego del Comune di Capalbio al programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale, con il quale si chiedeva di realizzare un nuovo annesso agricolo su terreni che, al momento della presentazione dell’istanza, erano del tutto privi di costruzioni.
“La decisione del Consiglio di Stato, che ribalta la sentenza del Tar, dimostra che la nostra decisione è stata appropriata – commentano il sindaco Gianfranco Chelini e l’assessore Marzia Stefani –. La questione riguarda due casi relativi a un’area rurale, ricavata dalla separazione dei terreni di due zone, una con fabbricati, l’altra sprovvista, successiva all’entrata in vigore degli atti di pianificazione. Il nostro diniego deriva dal fatto che la realizzazione dell’annesso contrastava come le norme della pianificazione comunale, rivolte alla tutela del territorio e che non consentono la costruzione di nuovi manufatti agricoli, laddove possono invece essere integrati con fabbricati già esistenti”.
Inizialmente il Tribunale amministrativo regionale aveva accolto il ricorso dei privati, dato che la normativa comunale limitava la costruzione degli annessi agricoli alla dimostrazione che essi fossero funzionali e proporzionati alle esigenze dell’impresa e alla capacità produttiva dell’azienda.
“Siamo felici – proseguono il sindaco e l’assessore – che il Consiglio di Stato, al quale abbiamo fatto appello, abbia ritenuto legittimo il nostro diniego. Le ragioni della nostra impugnazione poggiavano non solo sul richiamo delle normative che disciplinano le aree di rilevante valore paesaggistico, con le quali si prevede che in assenza di un’aggregazione significante non è consentita la realizzazione di nuovi edifici rurali, ma anche le disposizioni sulla localizzazione di nuovi edifici, finalizzate a vietare la costruzione di un immobile in qualsiasi area del territorio, tutelando così il bene paesaggistico e ridurre al minimo il consumo di suolo”.
Il Consiglio di Stato, dunque, ha osservato: “In questa materia giocano un ruolo fondamentale gli strumenti di pianificazione comunale, essendo l’ente locale l’amministrazione più vicina alle persone e al territorio. Nel rispetto della gerarchia delle fonti, la pianificazione comunale, senza violare le norme statali e regionali, svolge un ruolo essenziale nell’attuare le scelte generali in materia di governo del territorio” e che “l’impianto della legge regionale tende al più ampio rispetto delle tradizioni locali e per esse degli strumenti espressi dall’autonomia normativa dell’ente”.
“Con questa decisione – concludono il sindaco Chelini e l’assessore Stefani – è stato ribadito ciò che la nostra amministrazione ha sempre sostenuto, ovvero la legge regionale urbanistica conferma che la facoltà di realizzazione di nuovi edifici rurali nelle invarianti strutturali è condizionata, oltre che al rispetto delle condizioni poste dalla stessa legge, all’osservanza delle prescrizioni degli atti di governo del territorio. Di conseguenza, la costruzione nelle aree agricole deve essere sostenuta da una specifica e particolare motivazione, bilanciando così la tutela del territorio e lo sviluppo delle imprese agricole”.