Ieri sera, i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Orbetello e della Stazione di Porto Santo Stefano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Grosseto, su richiesta della Procura del capoluogo maremmano, nei confronti di tre uomini: un italiano di 32 anni, nato a San Benedetto del Tronto, un marocchino di 20 anni e un dominicano di 45 anni.
Alla luce delle risultanze investigative emerse dalle indagini condotte dai militari dell’Arma, i tre sono stati ritenuti responsabili dell’approvvigionamento e dello spaccio al dettaglio di droga, perlopiù cocaina, a tossicodipendenti della zona dell’Argentario e del grossetano. I provvedimenti rappresentano la conclusione di una attività investigativa condotta dai carabinieri della Compagnia di Orbetello e coordinata dalla Procura della Repubblica di Grosseto.
L’operazione dell’Arma costituisce un importante risultato nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, in quanto ha disarticolato una banda criminale dedita all’illecita vendita di droga, sia pesante che leggera, posta in essere in modo continuato, in particolare nei comuni di Monte Argentario e Orbetello. Le investigazioni condotte dai Carabinieri hanno consentito inoltre di determinare i canali di rifornimento della droga, oltre ai tempi e alle modalità degli acquisti di droga che venivano fissati direttamente con gli assuntori.
La complessa attività investigativa ha avuto origine nell’ottobre del 2018 a seguito di una denuncia sporta ai carabinieri della Stazione di Porto Santo Stefano da una donna, ridotta alla disperazione per le condizioni del figlio tossicodipendente e a seguito di alcuni suoi comportamenti, tra cui quello di rincasare un giorno con i capelli completamente rasati. Le conseguenti indagini hanno consentito di accertare che tale modalità era stata utilizzata dall’uomo come atto di sopraffazione e molto probabilmente come monito per chi non saldasse i debiti per la droga. Infatti, il ragazzo, sin dalla primavera di quell’anno, aveva ripetutamente ricevuto dosi di cocaina dal 32enne italiano, un pescatore di Porto Santo Stefano, il quale, alle prime dosi non pagate, aveva iniziato un’attività persecutoria di stampo intimidatorio finalizzata a costringerlo a saldare i debiti contratti e, arrivando addirittura a minacciarlo di “farlo saltare in aria con il tritolo” se non avesse consegnato le somme dovute.
Le indagini, attraverso circa due mesi di intercettazioni telefoniche e appostamenti (con i conseguenti sequestri dei quantitativi di droga), hanno permesso di accertare un fiorente mercato di droga all’Argentario nonché, in seguito, di aprire ulteriori piste investigative sui canali di approvvigionamento. In particolare, le attenzioni dei militari dell’Arma si sono concentrate su altri due uomini di nazionalità straniera che a loro volta si ponevano, oltre che a rifornitori dello stesso italiano, a pusher di zona e noti punti di riferimento per tossicodipendenti provenienti non solo dai comuni limitrofi, ma anche da altre zone della provincia e del viterbese.
Infatti, proprio la figura dell’uomo marocchino emerge dalle intercettazioni telefoniche delle utenze in uso all’italiano, nelle occasioni in cui quest’ultimo si trovava sprovvisto di droga e pertanto si poneva quale intermediario delle compravendite a favore dell’uomo marocchino, fornendo recapiti (intestati a persone straniere) e indirizzi per gli appuntamenti. I carabinieri, quindi, hanno potuto evidenziare lo spessore criminale dello straniero, che non soltanto rivestiva il ruolo di approvvigionatore delle attività di spaccio dell’italiano, ma intratteneva in maniera professionale e continuativa una propria rete di illecite relazioni commerciali nell’ambito del traffico di droga, mediante un oculato utilizzo delle utenze telefoniche e una metodica organizzazione delle cessioni, in particolare attraverso l’occultamento della droga in fessure di muri al fine di eludere i controlli dei carabinieri.
I militari dell’Arma, grazie alle intercettazioni telefoniche e all’assunzione di informazioni, sono riusciti inoltre a sviluppare un ulteriore filone investigativo che ha portato i carabinieri a operare anche a Grosseto, dove nel frattempo era emersa la figura di un uomo chiamato “Rambo”, poi identificato nel dominicano, che a sua volta apprestava approvvigionamenti di droga, in particolare cocaina (chiamata in codice “birra”), il cui corrispettivo in denaro veniva indicato con i termini di “documenti” o “mezzi documenti”.
Nel corso delle indagini, sono stati effettuati innumerevoli sequestri di droga a carico degli assuntori e perquisizioni domiciliari a carico degli indagati, che hanno permesso di rinvenire e sequestrate quantitativi di sostanze stupefacenti, bilancini, materiale per il taglio e in un caso la somma di circa 1.000 euro.
Il volume complessivo di spaccio accertato e gestito dai pusher è stato stimato oltre al mezzo chilo di cocaina, per un valore complessivo di vendita sul mercato pari a 40.000 euro.
Nell’operazione sono stati impegnati circa 20 Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Orbetello e della Stazione di Porto Santo Stefano. Inoltre, per l’arresto del marocchino sono stati necessari pedinamenti e appostamenti a Grosseto da parte di Carabinieri in borghese.