“A differenza di quello che ha fatto trapelare il viceministro Nencini qualche giorno fa sulla stampa, la questione dell’infrazione aperta nel 2014 dall’Unione Europea, e che pesa come un macigno sulla Tirrenica, non è risolta“.
A dichiararlo è Marco Sabatini di Sinistra Italiana.
“Non lo diciamo noi, ma direttamente la Commissione europea rispondendo ad un’interrogazione che l’eurodeputato belga Marc Tarabella ha per noi presentato a Bruxelles – spiega Sabatini –. Tarabella chiedeva di sapere a che punto fosse la procedura che, ricordiamo, riguarderebbe da un lato il fatto che Sat ha assegnato alcuni lavori di realizzazione dell’autostrada nel Lazio ad una sua controllata, dall’altro le modalità di assegnazione della concessione e, più specificatamente, la proroga ventennale della concessione, dal 2028 al 2048, che lo Stato italiano avrebbe riconosciuto a Sat senza andare a gara. Una modalità questa che sarebbe in contrasto con il diritto comunitario che, ricordiamo, è rigido, ad esempio, sulle concessioni per gli stabilimenti balneari, figuriamoci su quelle autostradali“.
“La Commissaria europea per il mercato interno Elżbieta Bieńkowska ha risposto all’onorevole Tarabella che l’Europa sta ancora valutando la situazione a seguito di incontri che si sono svolti negli ultimi mesi. Ancora quindi la questione è tutt’altro che definita e sarebbe anche opportuno attendere un pronunciamento chiaro dell’Europa prima di procedere con l’eventuale approvazione del progetto definitivo della Tirrenica. Se infatti l’Europa costringesse l’Italia ad indire una nuova gara per la concessione o annullare la proroga al 2048, il progetto dell’autostrada, sulla cui tenuta economica già persistono dubbi, sarebbe irrealizzabile – conclude Sabatini –. Se prima di questo pronunciamento europeo il Governo approvasse il progetto definitivo, Sat si potrebbe ritrovare nelle condizioni di richiedere allo Stato italiano una penale ultramilionaria. Tanti soldi, ovviamente dei cittadini, che potrebbero andare nella tasche di un privato e che potrebbero essere invece utilizzati proprio per la messa in sicurezza dell’Aurelia”.