Colline Metallifere (Grosseto). “‘Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al prezzo della mia vita perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente’ Una frase attribuita a Sandro Pertini che non si sposa perfettamente con la situazione che si è verificata a Gavorrano, ma rende l’idea che la libertà non è un privilegio di pochi, ma una conquista per tutti, a meno che non si esondi in atteggiamenti poco democratici”.
A dichiararlo, in un comunicato, è la segreteria del Pci delle Colline Metallifere.
“Ci troviamo d’accordo con la sindaca di Gavorrano quando afferma che la discussione scatenata dalla presentazione della mozione del centrodestra non appassiona anzi, crediamo noi, mortifica, violenta, distrugge quei valori che fanno della libertà di pensiero anche in ambito religioso uno dei valori fondanti e ribaditi più volte dai principi costituzionali – continua la nota –. Il Pci dal proprio statuto prevedeva già negli anni Cinquanta che l’iscrizione al Partito non aveva alcuna pregiudiziale. Era aperto ad ambo i sessi che avessero compiuto il diciottesimo anno di età, indipendentemente dal Paese di origine, dalla fede religiosa e da altre convinzioni. Questa è la visione laica e inclusiva per chi ha o non ha fede, per gli atei, per gli agnostici, per tutte le confessioni ed è da questa visione che bisogna partire. Esprimersi contro mozioni che si pronunciano con concetti in linea con questi principi è corretto, ma nessuno in nome della libertà può impedire che in luoghi istituzionali, come è un Consiglio comunale, che si discuta, ci sia confronto e si possa esprimere liberamente anche con un voto la propria opinione”.
“Il Natale è un elemento che ha forti radici nel nostro Paese, una tradizione popolare importante nelle famiglie di ogni estrazione. Il Natale è una festa di popolo, partecipata da tutti trasversalmente, ma non può e non deve essere esclusa dal nostro contesto, ne è radice, così come chi professa altre religioni deve essere libero di esprimersi senza vincoli o impedimenti. Ma l’atto più grave è lo scontro interno al Consiglio. Se si è svolto, come riferito sulla stampa, con modalità che hanno rasentato la violenza verbale e vi sono state azioni di disprezzo verso i contenuti di un legittimo documento che poteva o non poteva essere approvato dall’assemblea, questo non ci pare né lecito né opportuno – termina il comunicato -. Auspichiamo come Pci che fatti simili non si verifichino più perché un Paese che si professa civile non si può permettere di dare spettacolo con esagerazioni e comportamenti che non hanno nulla a che vedere con le istituzioni e con la correttezza e il rispetto che sono dovere per chi ne fa parte”.