Massa Marittima (Grosseto). Ancora a manifestare presso la Regione Toscana i rappresentanti di numerose associazioni e partiti dei territori di Volterra e della provincia di Grosseto, ai quali si affiancheranno operatori socio – sanitari in graduatoria per l’assunzione e in attesa di una chiamata che viene continuamente rinviata.
“Un altro viaggio per mettere in evidenza quelle criticità che stanno diventando croniche sui territori e riguardano gli ospedali, sempre più depauperati di professionisti, e le attività e il territorio sul quale si registrano solo promesse e poco più – si legge in una nota del Tavolo della Salute di Massa Marittima -. L’11 ottobre, varie associazioni di Volterra, a cui si affiancano il Tavolo della Salute, la lista civica Massa Comune e le forze politiche di opposizione di Massa Marittima, insieme a rappresentanti di Manciano e degli operatori socio – sanitari, effettueranno una protesta pacifica con le modalità delle precedenti manifestazioni, ovvero si incateneranno sotto al palazzo del Consiglio regionale in via Cavour a Firenze, per rappresentare quei disagi da anni presenti mai risolti e che anzi stanno aggravando la situazione nei territori”.
“Molti sono i punti critici in comune tra i territori che sono passati anche dagli organi istituzionali, da audizioni e colloqui, ma nella realtà non si sono registrati passi in avanti se non in promesse vaghe e annunci di nuovi servizi, che in qualche misura erano già presenti, ma che non hanno inciso sul potenziamento di ospedale e territorio – prosegue il comunicato -. Quello che si è visto, e che potrebbe proseguire in continuità con il passato, sono ulteriori tagli a carico appunto degli ospedali periferici e la perdita di prestazioni fondamentali proprio per garantire sicurezza ad utenti e professionisti e rilanciare il ruolo pubblico della sanità nei comprensori ‘deboli’ o ‘marginali’. In questo su Massa Marittima si deve prendere atto che le richieste deliberate con un documento approvato dal Consiglio comunale non hanno avuto quelle risposte concrete auspicate”.
“La politica si nasconde dietro responsabilità diffuse, ma quello che i cittadini vedono e verificano sulla propria pelle sono il lento, ma inarrestabile depauperamento delle prestazioni, l’allungamento dei tempi di attesa e un sistema pubblico sempre più in affanno nel fornire risposte adeguate ai bisogni di salute – sottolinea il comunicato -. Alcuni esempi: che dire della sub intensiva tagliata a Massa Marittima, dei posti letto ridotti e di molte attività ridimensionate, come la pneumologia? E sul territorio le Case della salute dove sono? Ancora più grave è la situazione dei medici di medicina generale, dei pediatri, della continuità assistenziale, che vede la presenza ormai istituzionalizzata di un solo medico su un’area vasta come quella delle Colline Metallifere. Vogliamo parlare poi della specialistica e toccare servizi come la psichiatria e la neuropsichiatria infantile, ormai ridotte al lumicino, con liste di attesa che superano in varie occasioni i 12 mesi? Vogliamo far tornare la sanità un diritto fondamentale, come recita la Costituzione, e questo non è opzionale e non si può parlare di diritto quando per una prestazione si chiede ad un utente, spesso anziani con difficoltà di spostarsi, di recarsi in presidi che si trovano a decine di chilometri se non, in varie occasioni, chiedere addirittura di andare fuori provincia”.
“Così si elimina un diritto che è fondamentale e se ne istituisce un altro, quello di doversi accollare sacrifici – termina la nota -, se non si vuole rinunciare alle cure, per spostamenti o rivolgersi al privato se si hanno possibilità economiche per farlo”.