Massa Marittima (Grosseto). Si è conclusa la sesta edizione del festival internazionale del documentario a regia femminile “DocuDonna“, che ha visto la partecipazione di registe provenienti da Spagna, Italia, Paesi Bassi, Inghilterra e Stati Uniti.
Due giorni di proiezioni, il 26 e 27 ottobre, nella sala dell’Abbondanza di Massa Marittima con otto film in concorso, tutti in lingua originale con i sottotitoli in inglese e in italiano, più un documentario fuori concorso che ha aperto il festival: “Donna”: Women in Revolt” di Yvonne Scholten del 1980, giornalista olandese, ex corrispondente in Italia, che ritrae in modo impressionante 80 anni di resistenza femminile in Italia.
La direzione artistica del Festival è curata da Cristina Berlini, affiancata da Letizia Papi, che quest’anno ha moderato gli interventi. “È stata un’edizione intensa, ricca di spunti di riflessione. – sottolinea Cristina Berlini, direttrice artistica del festival –. Altrettanto straordinaria è stata la risposta del pubblico, con una partecipazione attenta e appassionata durante i due giorni di proiezioni. Aver aperto il festival con un documentario storico come ‘Donna’ di Yvonne Scholten, ha anche richiamato l’attenzione nazionale del movimento femminista con esponenti provenienti da altre regioni d’Italia che hanno raggiunto Massa Marittima per assistere alla proiezione e al dibattito. Altro momento particolarmente emozionante è stato quello della proiezione del film ‘Where olive trees weep’ sulla condizione del popolo palestinese.”
“Massa Marittima si sta distinguendo grazie a questo festival – afferma il sindaco Irene Marconi – per l’attenzione riservata al linguaggio cinematografico a regia femminile, come strumento di sensibilizzazione e riflessione sociale. ‘DocuDonna’ rappresenta un momento culturale di grande valore, non solo per la nostra città, ma anche come voce significativa nel panorama nazionale e internazionale. L’entusiasmo con cui il pubblico ha accolto le pellicole dimostra quanto sia sentita l’esigenza di uno spazio tutto dedicato alle storie raccontate dalle donne”.
I premi
Il premio per il miglior film internazionale è stato assegnato dalla giuria al film “Sultana’s Dream” di Isabel Herguera, per l’uso fantasioso e sorprendente dell’animazione. Il film crea un mondo affascinante e onirico che collega tempi e luoghi diversi, evidenziando sia la continua oppressione delle donne, sia il potere della fantasia di immaginare un futuro più equo.
Il premio come miglior documentario italiano è andato a “Tempo d’attesa” di Claudia Brignone per la sua perspicace e onesta esplorazione delle ambivalenze e delle ansie vissute da donne di diversa provenienza in attesa del parto
Il premio per il miglior cortometraggio va a “Sette minuti” di Alessia Bottone, un’esplorazione originale dell’essere gay a metà del XX secolo, un ritratto commovente delle lotte personali durante il clima oppressivo dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta.
Assegnata anche una menzione speciale al film “Where olive trees weep” di Zaya e Maurizio Benazzo per la sua potente prospettiva femminista sul conflitto israelo-palestinese. Il film mette in primo piano le voci di donne palestinesi incredibilmente coraggiose, che continuano a resistere nonostante debbano affrontare sfide immense. Offre uno sguardo chiaro e penetrante sulle lotte storiche e attuali dei palestinesi, mostrando la dura realtà della vita sotto occupazione.
A consegnare i quattro premi è intervenuta Ambra Fontani, presidente della Commissione pari opportunità del Comune di Massa Marittima.
La giuria internazionale di questa edizione era composta dalla regista e scrittrice inglese Lizzie Thynne, da Gerdien Smit, consulente e ricercatrice all’Eye Filmmuseum di Amsterdam, e dalla scrittrice e giornalista Yvonne Scholten.