Roccatederighi (Grosseto). Domenica 30 giugno, nel borgo di Roccatederighi, è in programma uno degli eventi culturali che accompagneranno la lunga estate rocchigiana per deliziare residenti e turisti.
Il programma della giornata prevede, alle 17.30, “2 passi nella storia del borgo di Roccatederighi” (visita guidata); alle 19, spettacolo teatrale itinerante nel borgo di Roccatederighi “Le case del malcontento”; alle 21 cena sotto il “tiglio centenario” nel centro storico.
Per informazioni e-mail roccatederighi.proloco@gmail.com – Tel. 342.1238335 (Caterina)
L’evento è organizzato da Pro Loco Roccatederighi, Centro commerciale naturale di Roccatederighi, parrocchia San Martino Vescovo ed Au “Progetti culturali per il territorio”, con il patrocinio del Comune di Roccastrada.
Lo spettacolo
Le case del malcontento è una produzione Atto Due/Murmuris, dal romanzo di Sacha Naspini, drammaturgia Simona Arrighi e Luisa Bosi, regia Simona Arrighi, con Luisa Bosi, Laura Croce, Sandra Garuglieri, Francesco Mancini e Roberto Gioffrè, creazione sonora Isabelle Surel, disegno luci Roberto Cafaggini, cura dei movimenti Giulio Santolini, costumi Francesca Leoni, assistente alla regia Angelo Castaldo.
Le Case è un borgo millenario nell’entroterra maremmano.
Gli abitanti di questo sprone di roccia, perduto tra le nebbie e scosso dai terremoti, annaspano nella vita e cercano di mettere a riparo dalle sventure le loro goffe esistenze. Sono immobili e folgorati nel loro destino, intrappolati gli uni con gli altri e con un feroce bisogno di andare a fondo tutti insieme.
La lingua che parlano è dura e sferzante come una frusta, rafforza un immaginario potente e sanguigno. A volte si sorride ascoltando certe espressioni che rivelano la brutalità di questi personaggi grazie all’ironia spietata propria di quelle terre.
Lo spettacolo si muove come la ballata festante di un paese intero e segue queste creature che confessano le terribili vicende di cui si fanno protagonisti. Protagonisti sì, ma inconsapevoli, barbari al comando di vite miserabili. Le loro storie disegnano un universo sospeso tra il reale e il fantastico, metafora della nostra parte più oscura.