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Massa Marittima (Grosseto). Una mostra di grande livello e, adesso, anche un catalogo di altrettanto elevato livello. Il riferimento è a “Il Sassetta e il suo tempo. Uno sguardo sull’arte senese del primo Quattrocento“, mostra a cura di Alessandro Bagnoli, che si può ammirare sino al 14 luglio a Massa Marittima, nel Museo di San Pietro all’Orto.
L’esposizione è promossa dal Comune di Massa Marittima, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena – Colle Val d’Elsa – Montalcino, il Dipartimento Beni Culturali dell’Università di Siena, la Diocesi di Massa Marittima – Piombino, la Pinacoteca nazionale di Siena, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo.
Sassetta è autore raffinato e raro ed era quindi prevedibile che una monografica a lui riservata riscuotesse l’attenzione di chi studia e ama la pittura senese d’inizio Quattrocento. Previsione che ha puntualmente trovato conferma negli arrivi a Massa Marittima di studiosi, antiquari, collezionisti, direttori di grandi musei da mezzo mondo. Un attento pubblico di “addetti ai lavori” che ha dimostrato di apprezzare l’esposizione e la magnifica città d’arte e di antichissima storia che la propone ed accoglie.
A completare l’emozione di contemplare opere di quel livello sino ad oggi mancava uno strumento scientifico che desse conto degli studi compiuti in questi anni intorno al Sassetta. Studi che hanno condotto anche alla scoperta di una tavola inedita raffigurante una “Madonna con Bambino”, che per la prima volta questa mostra svela.
Il catalogo
Il catalogo, frutto di ricerche prolungate sino all’ultimo, adesso è disponibile. Si intitola, come la mostra, “Il Sassetta e il suo tempo. Uno sguardo sull’arte senese del primo Quattrocento“, ed è a cura di Alessandro Bagnoli, edito dal Centro Di di Firenze.
“Questa mostra è nata – afferma la direttrice del Museo Roberta Pieraccioli – come un’iniziativa indispensabile per approfondire la conoscenza del patrimonio storico-artistico del Museo di San Pietro all’Orto a Massa Marittima, dove si conserva un Angelo annunciante dipinto dal maestro senese per un polittico oggi disperso. Attorno a questa preziosa ‘reliquia’ si è accostato un gruppo di dipinti sulla base di criteri di sostenibilità e di un principio di etica professionale, che ha tenuto conto della concreta possibilità di trasferire le opere dalle loro sedi italiane, del loro stato di conservazione e dei costi per sostenere i prestiti.
Era impensabile poter avere le grandi pale d’altare come la Madonna della Neve (oggi nelle Gallerie degli Uffizi) o le varie parti del monumentale polittico a doppia faccia, un tempo nella chiesa di San Francesco a Borgo San Sepolcro, che sono due dei più importanti complessi figurativi prodotti dal Sassetta. È stato invece possibile riunire ben 26 opere di dimensioni piccole e medie, che hanno permesso di formare la prima mostra monografica sul maestro senese e di rileggere il suo percorso artistico alla luce delle recenti acquisizioni critiche prodotte dalla storiografia, ma anche generate dai restauri. Il primo è stato riservato alla Madonna in umiltà, proveniente ab antiquo dalla pieve di San Giovanni Battista a Basciano, che si è confermata come uno splendido manifesto dell’attività iniziale del Sassetta; il secondo è stato un intervento di ‘rivelazione’, che ha permesso di recuperare sotto una completa e deturpante ridipintura di età tardo barocca un’altra affascinante Madonna col Bambino dell’attività matura del pittore”.
“Il catalogo – afferma il curatore, Alessandro Bagnoli – offre l’occasione per tracciare un profilo di questo straordinario pittore, che seppe recuperare la lezione tecnica e stilistica dei grandi maestri del primo Trecento, come Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, ma tenendosi aggiornato su quanto stavano facendo i protagonisti del momento della pittura in Toscana, come Gentile da Fabriano, Masolino da Panicale e Masaccio.
Leggendo il profilo e le schede delle opere del Sassetta si potrà tracciare in filigrana anche la sua fortuna dal Novecento fino ai nostri giorni, partendo dalla lettura decadentistica e orientaleggiante di Bernard Berenson, che Roberto Longhi (1940) definì sprezzantemente ‘pseudo buddistica’, per passare alle prime ricostruzioni filologiche del catalogo (Robert Langton Douglas, Frederick Mason Perkins, Giacomo De Nicola), raggiungere la fulminante definizione storica nell’ambito della pittura toscana del primo Quattrocento e la pulizia filologica del suo catalogo suggerita dal Longhi (1940), approfondire gli studi con le monografie di stampo formalistico di John Pope-Hennessy (1939) e di Enzo Carli (1957), per approdare di fronte al vasto pubblico con tre importanti mostre, dove il maestro senese ha avuto un ruolo significativo (‘Il gotico a Siena’, Siena 1982, con la versione avignonese del 1983; ‘Painting in Renaissance Siena’, New York 1988; ‘Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento’, Siena 2010) e giungere infine agli interventi specialistici dei tempi recenti, che hanno indirizzato le ricerche tanto sulla documentazione e sulle funzioni delle opere quanto indagato sulle complesse tecniche pittoriche dei dipinti.
Per presentare un profilo sensato del Sassetta occorreva anche dare uno sguardo al contesto in cui si trovò ad operare. Nel catalogo si rimanda ai modelli fiorentini con alcune immagini essenziali, mentre per l’ambiente senese si è avuta la possibilità di rappresentare la produzione di artisti che mantennero alto il livello della scuola locale, percorrendo le stesse linee di interesse seguite dal Sassetta e confrontandosi necessariamente con il suo ammirevole e condizionante esempio. Con altri 23 numeri di catalogo la mostra presenta opere di Sano di Pietro, del ‘Maestro dell’Osservanza’, di Pietro di Giovanni Ambrosi, del ‘Maestro di Sant’Ansano’, ora identificato con il pittore Nastagio di Guasparre, di Nicola d’Ulisse, di Giovanni di Paolo e di Domenico di Niccolò dei cori. Nel catalogo si trovano profili illustrati di tutti gli artisti, che fanno il punto sulla situazione degli studi e introducono le schede delle opere esposte, provviste di immagini a confronto e della bibliografia completa. Il volume di 256 pagine si chiude con un regesto documentario relativo al protagonista della mostra”.
Informazioni e prenotazioni
Museo di San Pietro all’Orto, Corso Diaz 36 – Massa Marittima, tel. 0566.906525; e-mail accoglienzamuseimassa@gmail.com, sito www.museimassamarittima.it