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“Linogrammi”: le opere del fotografo Luca Caciagli in mostra

L'esposizione è in programma a Massa Marittima

di Redazione
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Massa Marittima (Grosseto). Sabato 16 dicembre, alle 18, alla galleria Spaziografico, in vicolo del Ciambellano 7 a Massa Marittima, si terrà l’inaugurazione di “Linogrammi”, mostra personale del fotografo Luca Caciagli, giovane artista che opera soprattutto a Berlino e in Italia.

Per il pubblico rappresenta l’occasione per entrare in un mondo davvero originale e sorprendente, dove il microcosmo, colto dall’obbiettivo e trasformato con strumenti analogici e procedimenti chimico-fisici sostenibili, si fa pittura. Nel suo lavoro, la fotografia sperimentale è la chiave per esplorare le relazioni umane con il mondo naturale e le leggi del cosmo, rese visibili su originali tele fotografiche di lino.

La mostra rimarrà aperta fino al 4 gennaio 2024, tutti i giorni, ad ingresso gratuito, con orario dalle 16.30 alle 19.00.

La mostra

“‘Linogrammi’ è una mostra retrospettiva in cui l’artista presenta una serie di opere fortemente coerenti tra loro, frutto di una continua e approfondita ricerca sperimentale in campo fotografico che parte dal 2014 e arriva fino a oggi.

Una ricerca che, attraverso strumentazioni non digitali e processi di stampa ecologici, lo ha portato a sorprendenti risultati. Si tratta di una serie di opere interamente analogiche realizzate su tele fotografiche di lino o ‘Fotoleinen’: da qui il titolo della mostra, risultato di un approfondito studio e basata su nuove idee, sulla riscoperta di supporti fotografici tradizionali e su processi di sviluppo e stampa interamente innovativi, per elevare e riconsiderare quella che oggi viene definita fotografia generativa.

Attraverso l’uso di processi di sviluppo fotografico analogici e interamente ecologici, Caciagli ha partecipato alla Biennale di Architettura di Venezia 2021 con un progetto di camera oscura sostenibile, all’interno della ‘Resilient Community’ del Padiglione Italia, una risposta creativa alla minaccia del cambiamento climatico.

Osservando le opere in mostra, possiamo pensare a una fotografia che diventa pittura, con una visione poetica delle forme che si auto-generano, partendo da un’immagine colta senza fotocamera e poi elaborata sperimentalmente mediante processi chimico-fisici sostenibili.  Attraverso queste particolari e creative rielaborazioni, con l’uso dell’ingrandimento fotografico, l’artista enfatizza il microcosmo portandolo a una dimensione macro.  E’ così che l’anima sottile della natura può entrare in contatto con la nostra sensibilità di osservatori che guardano l’opera con l’animo aperto a cogliere sfumature, forme, colori di un mondo esistente sì, ma trasformato dall’occhio profondo e vitale dell’artista.

E allora viene da chiedersi dove inizia l’immagine e dove finisce l’azione creativa, proprio perché è il processo, fatto di elementi naturali e di reazioni chimiche tra loro connessi sinergicamente, che diventa attore principale della scena: è proprio il processo che determina il risultato visibile.

Guardiamo perciò queste opere con l’animo aperto al nuovo, all’inaspettato, alla bellezza di un mondo fantastico e irreale che è stato creato partendo da un’immagine colta nella realtà che ci circonda, di cui però non percepivamo la presenza. E’ per questo che galleria Spaziografico si sente onorata di presentarle“, dichiara il curatore della mostra, Gian Paolo Bonesini.

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