“Serve solo a chiudere i bilanci della Asl il cospicuo patrimonio in stato di abbandono che si trova nella nostra città?”.
È questa la domanda che la segreteria del Pci, per bocca del suo rappresentante massetano, Daniele Gasperi, si chiede e soprattutto chiede all’amministrazione massetana.
“Tre sono gli edifici interessati a questo argomento – continua la nota del Pci -. Il primo, quello più importante, è l’ex ospedale o castello di Monteregio (nella foto, ndr), che rappresenta l’immobile dalla volumetria più rilevante e antico dal punto di vista storico che, grazie ad una legge, fu passato gratuitamente dalla proprietà del Comune a quella della Asl senza alcun esborso e da questa messo a bilancio per chiudere, in modo creativo, i vari esercizi finanziari. È anche l’immobile maggiormente a rischio di collassare e diventare un cumulo di macerie che ne svaluterebbe il valore di mercato e andrebbe a fare compagnia alle altre situazioni analoghe, come l’area ex Molendi o gli edifici dell’ex agraria, abbandonati a se stessi“.
“Una vendita, o meglio un compratore in grado di investire svariati milioni di euro e buttarne altrettanti per il recupero, è evidente che non si trova ed allora riteniamo, come Pci, che si debbano valutare altre strade, come ad esempio un bando per la concessione pluridecennale dell’immobile con l’impegno al recupero edilizio e al rilascio di una sorta di locazione annuale che consenta di ammortizzare gli investimenti di chi interessato, rendendoli sostenibili, e per rendere produttiva e soprattutto viva la struttura prima che collassi – prosegue il comunicato –. E’ sempre della Asl l’immobile di via Valle Aspra, che negli ultimi tempi ospitava la Comunità montana. Anche in questo caso gli anni passano ed assistiamo ad un abbandono totale della struttura che potrebbe essere destinata magari ad appartamenti per l’emergenza abitativa senza aspettare, anche in questo caso, che il tempo e le intemperie facciano il loro dovere“.
“Non per ultimo i locali dell’ex Inam, sui quali avevamo proposto come Pci l’utilizzo, in alternativa alle Clarisse che hanno funzioni culturali, che fosse destinato provvisoriamente ad accogliere il centro vaccinale, ambulatori medici e di specialistica, ma tutto resta senza risposta e ad oggi non si conoscono i piani. Sull’ex Inam, se la destinazione finale sarà la vendita, è necessario pensare ad un progetto che porti qualche beneficio a Massa e magari pensare ad avere un contributo economico che potrebbe essere utile alla costruzione di una nuova farmacia comunale con annessi uffici e servizi di carattere sociale sanitario. Certo che la responsabilità sia dell’Asl in caso di deterioramento degli immobili, ma questi sono patrimonio che è nel nostro comune appartiene al territorio, ai cittadini e sarebbe giusto che qualcosa tornasse alla nostra comunità che non sia solo lo stupore di vederne, giorno per giorno, crollare parti, come è già avvenuto per il castello di Monteregio – termina il comunicato –. Su questi temi invitiamo le istituzioni ad una riflessione prima che sia troppo tardi, che coinvolga ed ascolti le proposte che, come le nostre, possano venire su questi argomenti, uscendo dalle logiche di autoreferenzialità e immobilismo che rischiano di essere dannose non solo agli immobili, ma a tutto il contesto territoriale e, in particolare, a quello di Massa Marittima“.