“Il funzionamento e l’integrazione tra il sistema sanitario e quello più complessivo del sociale è importante“.
A dichiararlo è Francesco Limatola, sindaco di Roccastrada.
“L’organizzazione e i mezzi che metteremo in questo settore a disposizione delle nostre comunità saranno strategici per la vita serena di tutti – spiega Limatola -. L’incontro organizzato a Firenze da Anci Toscana, a cui ho partecipato insieme a Marcello Giuntini, sindaco di Massa Marittima, nasce per ragionare sulle modalità migliori per il potenziamento dei servizi al cittadino e ha, perciò, grande importanza anche nel quadro della definizione delle proposte da finanziare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Gli obiettivi sono migliorare, trasformare e rafforzare tutto il sistema“.
“Questo è lo schema su cui siamo chiamati a ragionare – continua il sindaco -:
1. le Case della Comunità sono il primo snodo fondamentale della nuova ossatura proposta dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) intorno a cui far ruotare servizi e strutture. Per la nascita di questa nuova modalità organizzativa è previsto un investimento del Pnrr di oltre due miliardi. Sarà nelle Case, suddivise in hub e spoke, che medici di medicina generale, infermieri di comunità, specialisti, assistenti sociali prenderanno in carico le persone e gestiranno l’integrazione socio sanitaria e sarà gestita la continuità ospedale/territorio.
2. La seconda infrastruttura prevede lo sviluppo della telemedicina da far crescere per consentire una migliore cura a domicilio dei malati cronici, che oggi in gran parte, insieme all’invecchiamento della popolazione, influenzano i bisogni di salute delle nostre comunità.
3. L’ospedale di comunità come servizio intermedio tra l’ospedale dove si va per le fase acuta di una malattia e il domicilio in cui sono previsti 0,4 posti letto ogni mille abitanti.
4. Una Centrale operativa territoriale (Cot) per ogni Distretto socio sanitario sarà demandata a coordinare la presa in carico del paziente dialogando con i vari servizi presenti”.
“È, indubbiamente, un impianto organizzativo molto interessante, ma resta tuttavia un interrogativo basilare: il ruolo dei medici di base che attualmente rappresentano la principale interfaccia dei servizi sanitari territoriali. I medici di famiglia, infatti, svolgono la loro attività in convenzione con il Servizio sanitario pubblico, il che appare conciliarsi poco e male con una riorganizzazione integrata e capillare. E al di là della convenzione i medici di base non possono mancare nelle realtà più marginali – termina Limatola -. Rappresentano il primo tassello di una sanità territoriale rispondente ai bisogni di salute dei cittadini e allora devono essere presenti in maniera capillare come prevede la legge“.