“La Regione Toscana ha dato una versione tutta sua dei numeri forniti da Arpat in merito al quantitativo di sostanze, quali solfati, manganese, ferro e altri metalli, presenti nelle acque sotterranee della cava di Montioni, dove vengono smaltiti i gessi rossi. Una versione soggettiva ed in palese contrasto con quella della Commissione d’inchiesta parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Abbiamo assistito ad un arrogante siparietto della sinistra toscana la quale, pur di non ammettere l’errore, ha smentito gli stessi parlamentari del Pd che, nel marzo scorso, hanno votato a favore della relazione finale della Commissione.
L’errore è chiaro e scritto nero su bianco negli atti del Parlamento: i gessi rossi non devono essere utilizzati per il recupero ambientale, ma devono essere smaltiti come qualsiasi altro rifiuto industriale. Noi non arretriamo di un centimetro. Vogliamo sapere perché ‘la Regione Toscana e tutti i Comuni interessati dagli accordi volontari … debbano farsi carico dello smaltimento dei gessi rossi di una multinazionale’, così come è scritto nella relazione. Una ‘concessione’ che ha permesso all’azienda di risparmiare 270 milioni di euro in 15 anni! Di tutto questo deve risponderne anche l’assessore Marras, che era presidente della Provincia di Grosseto all’epoca degli accordi per lo stoccaggio nella cava di Scarlino. La nostra battaglia proseguirà fino a quando non sarà stoppato il recupero ambientale con i gessi rossi”.
Lo dichiarano Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano, e il senatore di Fratelli d’Italia Patrizio La Pietra.