Una piazza per celebrare Don Biagio Bailo nel centenario della sua nascita, il 19 giugno 1917, e rendere perenne omaggio al suo forte impegno sociale e culturale verso la comunità roccastradina dal 1944 al 1968. E’ quella che il Comune di Roccastrada ha deciso di dedicare al sacerdote di origini piemontesi nella giornata di oggi, intitolando Largo Don Biagio Bailo la piazza che si trova dietro il Municipio.

“Don Biagio Bailo – afferma il sindaco di Roccastrada, Francesco Limatola è stata una figura molto importante e attiva in un periodo critico come quello della guerra e del Dopoguerra e ancora oggi rappresenta un patrimonio collettivo per tutta la comunità. Nel centenario della sua nascita, abbiamo voluto intitolargli una piazza che porterà per sempre il suo nome e sarà l’omaggio di Roccastrada a una figura di grande spessore umano e sociale legato al nostro territorio da quando è arrivato, nel 1944, fino alla sua morte, nel 1968. Ancora oggi – continua Limatola – la sua attività viene ricordata con grande favore e riconoscimento, non solo per l’impegno pastorale alimentato da valori cattolici, ma anche per aver saputo formare i cittadini favorendo l’istituzione della Scuola di avviamento agrario, della Scuola di formazione professionale e della scuola media, per aver aiutato la comunità colpita dalla perdita di tanti uomini durante la guerra con l’Opera Pia Contessa Nella e per aver assistito i feriti nella tragedia mineraria di Ribolla del 4 maggio 1954. La sua presenza sul territorio vive ancora oggi in opere presenti sul territorio, fra cui l’Istituto Geriatrico, che testimoniano la coesione sociale e la solidarietà fra generazioni diverse, portando avanti uno dei suoi obiettivi più forti, e siamo onorati di poterlo ricordare per sempre con il nuovo Largo Don Biagio Bailo, che sarà inaugurato ufficialmente durante il Settembre Roccastradino”. 

Don Biagio Bailo nasce a Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria, il 19 giugno 1917 da una famiglia di contadini e inizia gli studi presso il Collegio dei Salesiani a Sampierdarena, dove apprende l’opera e il metodo pedagogico di Don Bosco. Nel 1927, dopo la morte improvvisa del padre, entra nel seminario di Stazzano a Tortona e nel 1938, per la sua vivacità e sete di conoscenza, viene trasferito al seminario di Grosseto. Qui, nel 1940, all’età di 23 anni, viene ordinato sacerdote e inviato come vice parroco a Marina di Grosseto. Nel 1943 è di nuovo a Grosseto come vice parroco in Cattedrale ed è fra i primi a portare soccorso alle vittime del bombardamento della città maremmana.

A Roccastrada dal 1944. La sua attività pastorale a Roccastrada, da cui non si sarebbe più trasferito, inizia nel 1944, in una comunità dilaniata dalla guerra. Don Bailo viene deportato dai tedeschi e messo ai lavori forzati sulla strada statale che dal Farma conduce a Siena, da dove riesce a fuggire con alcuni concittadini per tornare ad aiutare i roccastradini. Tra il 1946 e il 1948 viene perseguitato e pestato più volte, ma questo non diminuisce il suo impegno per aiutare la comunità a superare le tensioni politiche e sociali del Dopoguerra. Con l’incoraggiamento di Giorgio La Pira e Amintore Fanfani, apre un laboratorio manifatturiero per dare un lavoro a tante giovani donne e favorire la loro emancipazione e nel 1954 è fra i primi a soccorrere i feriti nel disastro minerario di Ribolla. 

L’impegno sociale e culturale. La figura di Don Bailo viene ricordata anche per aver contribuito alla costruzione dell’Opera Pia Contessa Nella, che ha dato dignità missionaria alla Congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, mentre nel 1958 istituisce la Scuola di Avviamento Agrario, si attiva per l’istituzione della Scuola Media, ristruttura la Chiesa parrocchiale con un nuovo tetto e avvia la ricostituzione dell’Azione Cattolica, stimolando la formazione di gruppi giovanili di impegno sociale e organizzando pellegrinaggi in tutta Italia. L’attività di Don Bailo tocca anche la sfera culturale, con l’allestimento di una sala cinematografica e la ricostituzione di un coro polifonico, da lui diretto, che diffonde la musica del suo conterraneo tortonese Don Lorenzo Perosi.

La Terza Età e gli ultimi anni di vita. Nel 1965 il suo impegno si concentra sulla Terza Età, con la costruzione dell’Istituto Geriatrico e il rilancio dello storico sodalizio della Confraternita della Misericordia, obsoleto da oltre un secolo. In questi anni, inoltre, avvia la nascita della Scuola di Formazione Professionale, dove centinaia di giovani apprenderanno la specializzazione professionale per l’industria. Nel 1967 Papa Paolo VI gli conferisce la nomina a Monsignore e il Presidente della Repubblica quella di Cavaliere del Lavoro, due riconoscimenti per la sua opera sociale che accompagnano gli ultimi mesi di vita di Don Bailo, scomparso improvvisamente nel gennaio 1968.