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“La farina che vale un tesoro”: a Boccheggiano si assegna il premio alla migliore farina di castagne

di Redazione
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“La farina che vale un tesoro”: si assegna a Boccheggiano il premio nazionale alla miglior farina di castagne.

Domenica 29 gennaio, l’intera giornata sarà dedicata alla manifestazione dove, a fine giornata, una giuria di esperti degustatori e non solo, proclamerà la miglior farina di castagne italiana.

Una giornata tutta all’insegna del frutto principe delle nostre colline, che vedrà protagonisti esperti dell’agroalimentare, pasticceri, coltivatori, cuochi e ristoratori e ovviamente i produttori delle farine provenienti da ogni regione.

Nata nei primi anni del nuovo millennio come reazione organizzata all’abbandono della cultura del castagno e non solo della sua coltura, l’Associazione valorizzazione castagna Alta Maremma si è da subito imposta come un baluardo indispensabile per difendere e valorizzare un patrimonio unico ed irrinunciabile, un frutto che racconta la storia di un territorio, la sua economia, i suoi valori ed i suoi abitanti: la castagna.

Attorno al vasto lavoro di base, l’Associazione ha nel tempo creato tutta una serie di manifestazioni collaterali con lo scopo di rendere vive, attuali e visibili le eccellenze che ruotano attorno alla castagna ed ai suoi derivati; nel 2016 sono state organizzate (in collaborazione con Unicoop Tirreno, con il progetto “Presi in Castagna”) visite ai castagneti ed ai seccatoi, che hanno registrato un’accoglienza oltre le previsioni.

A partire dal 2007, a Boccheggiano, nel comune di Montieri, è nato Il Premio delle farine di castagne con l’obiettivo di valorizzare questo tradizionale prodotto del territorio, incentivare la filiera castanicola e creare canali commerciali per la castagna ed i suoi prodotti. Dal 2016 il premio è passato da concorso regionale a manifestazione nazionale, catturando l’interesse di ben 53 realtà italiane.

L’impegno che attende l’Associazione non è da pocom ma con il supporto dei Comuni maremmani di riferimento (Massa Marittima, Montieri…), con l’aiuto della Regione, il supporto tecnico di Slow Food, si è consapevoli di creare per la prima volta attorno ad una produzione tipica che ha segnato per secoli la vita di intere popolazioni rurali del territorio italiano, un’occasione per condividere valori, risorse e prospettive nel segno del lavoro, della qualità, del confronto e della trasparenza.

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