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Soppressione Zorro, Fedeli replica alle senatrici del Pd: “Più giusto impegnarsi a salvare vite umane”

di Redazione
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Luciano Fedeli, presidente della Società della Salute Colline Metallifere, replica alle senatrici del Partito democratico Monica Cirinnà, Silvana Amati e Manuela Granaiola, che avevano criticato il dottor Paolo Madrucci, direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl 9, in merito alla vicenda della soppressione del dogo argentino Zorro:

“Parliamo di povertà relative e assolute in Italia e nella nostra realtà.

In Italia oltre 1,3 milioni di bambini vivono in condizioni di povertà assoluta, con un  aumento nell’ultimo anno di oltre il 30%.

Un esercito di figli di genitori disoccupati, anch’essi aumentati nell’ultimo anno dell’8,5%. Famiglie e minori che hanno diminuito le spese per alimenti, vestiario, che non possono permettersi di acquistare semplice materiale didattico, come ad esempio un quaderno, per la scuola.

Figli destinati all’abbandono scolastico per essere adescati nel lavoro nero o comunque sottopagato. E l’Italia dell’abbandono scolastico primeggia in Europa con 5 punti in più della media dei 27 Paesi dell’Unione Europea.

13 milioni di euro spesi per curare le conseguenze derivanti da maltrattamenti quali tribunali, psicologi,centri di accoglienza ecc….

Nel nostro piccolo possiamo citare alcuni esempi significativi, come ad esempio l’esplosione di emergenze abitative dovuti a sfratti perché le persone hanno perso lavoro e, conseguentemente, la capacità di onorare gli impegni. In questo campo 14 sono stati i nuovi casi di emergenza abitativa registrati nell’ultimo anno.

Oppure pensiamo alla distribuzione di pacchi alimentari destinati alle povertà estreme che nel 2012 aveva una media mensile di 15 pacchi, che nel 2013 sono diventati 50 pacchi.

Per non contare le persone che si rivolgono, ormai giornalmente, all’amministrazione comunale perché rischiano il distacco delle forniture di gas, di energia elettrica, acqua e che dichiarano di potersi permettere un solo pasto giornaliero.

Poi parliamo di anche di salvare la vita a Zorro e per questo raccogliamo l’appello di scrivere al sindaco di Massa Marittima, pubblicato al seguente indirizzo: http://www.lav.it/news/salviamo-la-vita-a-zorro-scrivi-al-sindaco-di-massa-marittima-gr, dove si legge ‘Salvare la vita a Zorro: questa la nuova richiesta che abbiamo inoltrato al sindaco di Massa Marittima. Zorro, un dogo argentino ‘colpevole’ di aver morso il proprietario, infatti, secondo la Asl 9 di Grosseto, deve essere ucciso perché irrecuperabile. A nulla sono valse le valutazioni di un veterinario comportamentalista e di un’esperta educatrice cinofila che lo dichiarano recuperabile, né la disponibilità del proprietario a mantenerlo presso una struttura in grado di prendersene cura’.

Mi vengono in mente alcune riflessioni. La passione viscerale che viene sprigionata per un cane è espressione di grande sensibilità e rispetto per la vita nelle forme che si presenta.

A mio avviso tale sensibilità dovrebbe essere manifestata in modo almeno altrettanto forte anche per gli esseri umani e per i diritti di cui anche loro sono portatori, soprattutto quando si vanno a ledere quelli fondamentali, quando si offende la dignità delle persone, quando si negano le pari opportunità come quelli riportati nella prima parte della presente che, tra l’altro, sono solo alcuni esempi, forse quelli meno disperati, di un momento particolarmente difficile.

Sarebbe veramente importante, se chi intraprende così grandi lotte per gli animali, che rivelano e sottolineo ancora convintamente, una grande sensibilità, dedicasse altrettante energie per salvare la dignità umana e intraprendesse tutti quei percorsi di partecipazione attiva e concreta affinché le istituzioni, quelle che hanno potere e disponibilità, avviassero azioni atte a risolvere drammi umani come quelli della povertà.

Francamente dispiace che Zorro rischi la soppressione perché violento, ma penso che chi è stato deputato ad esprimersi abbia valutato in modo appropriato l’intervento, ma mi terrorizza una società che non trova più il tempo, che non impiega risorse, che non concentrale attenzioni su quei drammi che giornalmente vedono coinvolte esseri umani.

Il clamore che osservo, il caso che tiene incollati i media, l’attenzione dell’opinione di moltissime persone indignate per quello che potrebbe accadere ad un cane, non lo nascondo, mi disturba e mi disturba per il fatto che per i drammi umani che ogni giorno si consumano non vi sia nessuna indignazione o protesta, ma sempre maggiore indifferenza e silenzio.

Ed è proprio in questa direzione che voglio auspicare che le senatrici del Partito democratico, al quale sono iscritto, si esprimano, insieme all’ex Ministra Brambilla (e che lo faccia lei mi interessa sinceramente meno), come hanno fatto in questi giorni, diventando le paladine di Zorro.

Con il potere che hanno e gli deriva dall’elezione diretta, mi auguro che sappiano portare all’attenzione dei media e trovino soluzione, perché possono e devono farlo, a quelle situazioni nelle quali esseri umani rischiano il futuro per mancanza di opportunità. Mi auguro che le senatrici lo facciano con lo stesso interesse, passione, veemenza, con la quale hanno intrapreso la battaglia per Zorro.

Sarò orgoglioso, domani, quando leggendo sul Corriere della Sera, La Stampa, l’Unità, il Giornale, L’Avvenire o facendo zapping tra Rai, Mediaset, la 7, i miei rappresentanti del Parlamento, eletti nel mio Partito, avranno iniziato una battaglia indirizzata non tanto a metterne in discussione le competenze dei professionisti veterinari della Asl, ma per presentare disegni di legge e provvedimenti atti a sostenere chi in Italia oggi ha problemi di lavoro o non lo ha più, a chi non ce la fa più a tirare avanti per carenza di soldi o servizi, per chi è disperato ed ha sulle spalle la crisi di un mondo malato.

Non dimentichiamoci di Zorro, ma ricordiamo prima di tutto le persone, perché nessun essere umano deve restare solo come un cane.

Evitiamo di cadere dalla povertà relativa a quella assoluta, quella che rischia di diventare cultura, amplificata dai media, spesso integralista, quella del pensare che quello che voglio io è importante e tutto il resto non conta.

I nostri vecchi in Maremma, quando bevevano un po’ troppo e qualcuno con una battuta osservava ‘sei ubriaco?’, spesso rispondevano così: ‘Sì, oggi sono ubriaco ma domani mi passa. Il problema è la stupidità: quella non passa né domani né mai’.

Speriamo che oggi siano più gli ubriachi degli stolti e che da domani, passata la sbornia, si cominci a ragionare di cose vere”.

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