Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato di Paolo Rustici, assessore alle politiche sociali del Comune di Scarlino e responsabile per l’crisiItalia dei Valori degli Enti locali della provincia di Grosseto, sulla violenza nei confronti delle donne:
“‘Sono andata in ospedale, ho detto che era stato mio marito a picchiarmi. Ma non l’ho denunciato. Perché volevo tornare a casa. Ero convinta di essere io a sbagliare’, da un articolo della giornalista Francesca Sironi.
Questa dichiarazione fotografa una situazione di arretratezza culturale che è diffusa in tutta Italia e rispetto alla quale non credo che le discussioni sull’omofobia o della violenza sulle donne siano risolutive se confinate in un’importante “giornata”.
Ecco perché torno sulla giornata della violenza sulle donne: perché, nel quadro generale della violenza in senso assoluto, se ne continui a parlare e il parlarne abbia come obiettivo il cercare soluzioni, elaborare strategie per attuare qualcosa di concreto nel lungo e medio periodo, se non nell’immediato futuro.
Il problema ha radici antiche (patriarcato), ma adesso è diventato un emergenza sociale diffusa. Basti pensare che l’occupazione femminile, a fronte di una media Ocse del 58%, in Italia è del 45% , e che i primi della classe in Europa, Danimarca, Gran Bretagna, Germania, sono rispettivamente al 75, 68 e 65%.
Siamo gli ultimi, insomma, superati anche dalla Grecia al 48% (Gender Brief Ocse marzo 2010).
Se guardiamo poi alla classifica mondiale sulle differenze salariali tra i sessi siamo appena 72.mi su 134 (World Economic Forum 2009), e nei 134 non sono compresi solo Paesi del cosiddetto primo mondo.
Sono numeri che comunque aiutano a capire come la violenza contro le donne abbia radici culturalmente definibili e diffuse nel mondo ‘civile’.
La crisi economica alimenta la discriminazione e la discriminazione ci fa sprofondare ancora di più nella crisi.
Un circolo perverso che la politica deve spezzare, se vogliamo uscire dal pantano in cui siamo, perché la politica e le istituzioni devono togliere ossigeno ai fenomeni di violenza che si verificano tutti i giorni, tanto da dover ammettere che ‘ci siamo abituati’.
Le cifre della realtà quotidiana dicono che ogni 2 giorni muore una donna per mano di un uomo.
Bisogna fare qualcosa anche nell’immediato: pene più severe e soprattutto certe per gli stalker e gli aggressori da una parte e dall’altra offrire subito rifugio e assistenza psicologica a quelle donne che riescono a manifestare la decisione di liberarsi degli aguzzini.
Scarlino ha aderito e dato sostegno alla rete del ‘Codice Rosa’, così come ha già avviato rapporti con l’articolato mondo del volontariato, nell’occasione dell’ultima consulta del sociale; del resto l’ubicazione di Scarlino si presterebbe a soluzioni che possano offrire una protezione sicura.
Impresa non facile, ma dobbiamo provarci e riprovarci”.