Il sindaco di Scarlino, Maurizio Bizzarri, interviene sull’introduzione della Tares, la nuova tassa sui rifuti:
“Nel prossimo Consiglio comunale del 7 novembre – dichiara Bizzarri – andremo ad approvare il bilancio di previsione 2013. Già questo è sintomo della malattia cronica dell’Italia: è assurdo, infatti, approvare la previsione di bilancio ormai arrivati a fine anno, spesso discutendolo insieme dell’assestamento il 30 novembre in seduta ordinaria. Questo comunque fa capire che i Municipi sono costretti a lavorare in situazioni di incertezza, spesso rincorrendo decreti legge e regolamenti di un legislatore confusionario, che costringe gli uffici tributi a continue manovre, nell’obbiettivo di pareggiare i bilanci locali ormai all’osso, per i continui decrementi dei trasferimenti statali e i ‘balzelli’ che qualcuno si ostina a chiamare federalismo fiscale”.
“Che a Roma ci sia Tremonti, Monti o Saccomanni non fa differenza – spiega il sindaco di Scarlino -: nessuno ha il coraggio di fare riforme strutturali necessarie per il Paese e si continuano a sfornare provvedimenti temporanei, leggi e leggine che hanno l’unico effetto di complicare la già difficile materia fiscale. Sembra quasi non si riesca più a scrivere norme chiare e di facile applicazione. E lo Stato è anche convinto di non aumentare la pressione fiscale, che infatti viene aumentata dai sindaci, costretti a emettere nuove tasse, facendo il Cerbero della situazione”.
“L’ultimo esempio nella lunga lista di sigle illeggibili si chiama Tares, che sostituisce la vecchia Tarsu, che però avrà vita breve e il prossimo anno si chiamerà Tari, componente della Trise! Come devono fare all’estero a non ridere di noi? In un paese normale il Governo adotterebbe riforme tributarie non di anno in anno, ma attraverso piani finanziari e fiscali pluriennali, proporzionati ed equi – continua Bizzarri -. Per fare questo ci vorrebbe però una solida maggioranza di Governo in grado di affrontare le resistenze delle varie categorie sociali con coraggio e obiettività, pensando al futuro ed evitando di lasciare ai sindaci il ruolo di semplici esattori. Nel merito, con la Tares si introduce il principio ‘paghi per i rifiuti che produci’, ma in realtà, cambiando solo questa tassa e lasciando tutte le altre, si continua a gravare su categorie già penalizzate come famiglie numerose e piccole attività produttive (ristoranti, campeggi, frutta e verdura, bar, pizzerie), agevolando invece assicurazioni, studi notarili, farmacie e banche”.
“I margini di manovra a disposizione dei Comuni per trovare aggiustamenti e rendere meno iniquo lo ‘scalone’ fra Tarsu e Tares, sono purtroppo minimi – spiega il sindaco di Scarlino -. Nella migliore delle ipotesi, per le utenze non domestiche (commerciali) l’aumento sarà almeno del 100% e per le famiglie, nonostante gli sforzi, ci sarà comunque un aumento (seppur meno pesante), che andrà a penalizzare quelle con più di tre persone. Per le piccole attività produttive, il prelievo rischia di essere traumatico se non drammatico, tanto che molti saranno costretti a ripensare se vale ancora la pena continuare a fare impresa. Vorrei invitare le associazioni di categoria ad affrontare il problema nelle sedi opportune e i commercianti e i piccoli imprenditori a far valere le loro posizioni, pensando al futuro, poiché forse per il presente è troppo tardi”.
“Sottolineo che è condivisibile coprire integralmente il costo del servizio rifiuti, ma dobbiamo anche allentare la pressione fiscale degli altri mille balzelli che pesano sulle imprese – conclude Bizzarri -. Ma lo Stato deve assumersi la responsabilità di una riforma complessiva degli enti locali ancor prima di lanciare slogan ad effetto per l’abolizione delle Province e la fusione dei piccoli Comuni, evitando di lasciare proprio ai Comuni decisioni e oneri che non competono loro. Uno Stato che sa solo tassare, senza operare politiche di sviluppo e rilancio dell’economia, abbassando la pressione fiscale e facendo girare i consumi, non è destinato ad andare troppo lontano”.