“Dei due ambulatori di colposcopia della Maremma, quello di Massa Marittima, che serve tutta la provincia e oltre, rischia di chiudere dopo 25 anni. Gravi le ricadute per i tempi d’attesa, che per l’ambulatorio di Grosseto già ora superano i 4 mesi, un tempo che va oltre gli standard previsti dai protocolli regionali“.
A dichiararlo, in un comunicato, sono i Cobas Pubblico Impiego/Sanità.
“A Massa Marittima è previsto l’arrivo di un nuovo ginecologo in sostituzione del medico che andrà in pensione a fine mese – continua la nota -. Il nuovo ginecologo, però, risulta non specializzato nelle colposcopie. Sostanzialmente sarà la quasi chiusura del servizio, che probabilmente resterà aperto un solo giorno al mese contro i dieci attuali. Gravi le responsabilità dei vertici dell’Asl, che da tempo sapevano del pensionamento del ginecologo e che avrebbero dovuto provvedere alla assunzione o alla formazione di un nuovo colposcopista“.
“L’ambulatorio di colposcopia di Massa Marittima effettua oltre 1.400 prestazioni l’anno. La loro ricaduta sulla colposcopia di Grosseto porterà ad un ulteriore allungamento dei tempi di attesa per le donne e ad un grave arretramento della sanità maremmana – spiegano i Cobas -. La colposcopia è un esame diagnostico di secondo livello per la prevenzione dei tumori della cervice uterina. Non si scherza con la salute delle donne“.
“Chi vorrà rendersi responsabile di un eventuale aumento delle patologie dell’utero per l’allungamento dei tempi di attesa? Chi vorrà rendersi responsabile di un sovraccarico di lavoro per gli operatori sanitari della colposcopia di Grosseto? Le strutture ospedaliere con poco personale non possono funzionare adeguatamente – termina il comunicato –: bene l’entusiasmo per le nuove strutture, ma non si deve dimenticare che occorrono nuove assunzioni“.