Castiglione della Pescaia (Grosseto). “Con questo comunicato vogliamo fornire una spiegazione alla nostra astensione, relativa all’ultimo punto all’ordine del giorno del Consiglio comunale di Castiglione della Pescaia che si è svolto ieri, giovedì 28 dicembre, riportante: ‘Atto d’indirizzo in merito all’introduzione di preveda l’educazione all’emotività, all’affettività e alla sessualità all’interno della programmazione didattica nelle scuole primarie e in quelle secondarie di primo e secondo grado”.
A dichiararlo è il gruppo di opposizione L’Alternativa.
“Tale punto prevedeva un investimento di 2.800,00 euro per un progetto sulle scuole al fine di insegnare l’affettività agli scolari delle elementari e medie – continua la nota –. L’iniziativa è lodevole e degna di apprezzamento, perché da qualcosa bisogna iniziate, ma noi l’abbiamo trovata un ‘pannicello caldo’, tanto per tacitare le proprie coscienze. Il problema del femminicidio è stato affrontato dal 2013, anno in cui si è registrato un incremento dei femminicidi rispetto agli anni precedenti, con 134 donne uccise: dal 2013 si sono susseguiti numerosi decreti che, purtroppo, nonostante i provvedimenti, poco hanno sortito se ancora viene uccisa una donna ogni 3 giorni. Nel nostro ordinamento penale il femminicidio è equiparato all’omicidio senza distinzione di genere uomo/donna e punibile con pene dai 14 anni fino all’ergastolo: una donna uccisa sulle strisce pedonali o durante una rapina è omicidio, un coniuge che uccide in un raptus l’altro è uxoricidio, ma il femminicidio riguarda morti violente in famiglia, dopo anni di persecuzioni psicologiche, difficili da dimostrare, e fisiche che necessitano di referti medici che spesso non ci sono perché le donne non si recano ai Pronto Soccorsi”.
“Noi de L’Alternativa abbiamo chiesto che l’amministrazione si faccia propositiva, attraverso tutti i consigli comunali in Italia, per chiedere al governo attuale o ai futuri (di qualsiasi colore) o attraverso le Commissioni pari opportunità, che non devono porre attenzione solamente a posizionare l’articolo determinativo davanti alle cariche (il sindaco…la sindaca..), di richiedere delle azioni concrete – prosegue il comunicato -:
1) vengano stanziati fondi dal Governo affinché venga garantita una situazione di sicurezza per la donna e i figli nelle case famiglia.
2) Che venga attuato il decreto di ottobre (legge n. 122 del 2023) per cui le indagini sulle violenze debbano partire nei primi tre giorni: 200 voti favorevoli e i 60 astenuti del Pd che lo ha ritenuto un ‘pannicello caldo!’. E’ di facile comprensione che l’accelerazione dell’iter d’indagine, da mesi a tre giorni, porta a una maggiore tutela della vittima: pensate la donna che per mesi deve ‘attendere’ le indagini, senza un tempestivo intervento del Pubblico Ministero a protezione delle vittime. Il femminicidio deve avere negli ordinamenti penali una propria e diversa collocazione: non vi può essere premeditazione (l’ho picchiata, è caduta, è morta, ma non volevo ucciderla) per ottenere uno sconto di pena. Deve esserci l’aggravante del dolo.
3) Che vi sia l’aggravante della mancata tutela dei minori e del danno psicologico agli stessi.
4) Che vi sia l’obbligo di cura per i soggetti che compiono tale efferatezza.
5) Che vi sia sostegno psicologico alle donne vittime e ‘colpevoli’ di subire tutto questo e sostegno ai minori.
6) Nei casi in cui la donna trovi il coraggio di denunciare, lasciando la propria abitazione e allontanandosi dal lavoro, ci sia la possibilità di prendere un periodo di aspettativa lungo e un sostegno dai Governi centrali o locali”.
“Il 2023 tra due giorni terminerà: la Treccani ha scelto il termine ‘femminicidio’ come parola dell’anno 2023 – termina il comunicato -. Noi de L’Alternativa ci auguriamo che nei prossimi anni i termini di moda siano più positivi e ci impegneremo perché le tutele alle vittime siano assicurate”.