“Con una delibera dello scorso 7 aprile la Giunta comunale ha deciso di rivolgersi agli artisti del territorio invitandoli ad avanzare proposte per la realizzazione di eventi da inserire nel cartellone della prossima stagione estiva: concerti, danza e teatro non solo per rilanciare l’offerta culturale, ma anche con l’obiettivo di sostenere il turismo in quella che si annuncia come una stagione di straordinaria difficoltà”.
A dichiararlo è Carlo De Martis, capogruppo della lista Mascagni sindaco nel Consiglio comunale di Grosseto.
“Un’iniziativa lodevole se non fosse che l’importo stanziato per coprire spese e cachet degli artisti ammonta ad appena millecinquecento euro: non per ciascun evento, ma per l’intera operazione – sottolinea De Martis -. Non è il tempo delle polemiche, e vogliamo pensare che questa delibera costituisca solo un incidente di percorso che l’amministrazione comunale saprà rapidamente correggere, impegnando risorse più adeguate a vantaggio sia della cultura che del turismo. Tuttavia scelte come questa impongono di interrogarci sul valore che una comunità riconosce a coloro che producono arte ed eventi culturali, fin dai livelli amatoriali, e in modo particolare sul valore che è loro riconosciuto nella nostra comunità, diversamente da quanto accade in altri luoghi, anche a noi vicini”.
“Il comparto dell’arte e dello spettacolo costituisce un ambito professionale a tutti gli effetti tanto che, giustamente, con la stessa delibera del 7 aprile la Giunta ha stabilito che le proposte saranno selezionate in base all’‘esperienza e professionalità degli artisti’ – continua il consigliere -. Ebbene, a quella esperienza ed a quella professionalità deve pertanto essere riconosciuta la dignità che meritano, anche in termini economici. A maggior ragione se i destinatari sono gli artisti del territorio, troppo spesso costretti a lasciare Grosseto perché scarsamente valorizzati. D’altronde giusto un anno fa questa amministrazione comunale bocciava la mozione con la quale il sottoscritto aveva chiesto che ai sette tavoli istituiti nel Nucleo Fenice per elaborare proposte di rilancio nei vari comparti se ne aggiungesse uno dedicato al settore dell’arte e della cultura. Uno dei più colpiti dalla pandemia, che ha segnato il lavoro e la vita di produzioni artistiche, di compagnie e scuole di danza, musica e teatro, di ballerini, musicisti e attori, di fonici e tecnici delle luci”.
“Occorre in definitiva una seria volontà di investire nelle politiche culturali, che sono ben altro che la realizzazione di qualche evento spot, rappresentando al contrario, se messe a sistema, una risorsa capace di produrre un fermento culturale portatore di ricadute positive – termina De Martis –, anche di tipo economico”.