Home Grosseto Via Sauro, l’Anpi: “CasaPound strumentalizza il problema per ritorsione contro il Comune”

Via Sauro, l’Anpi: “CasaPound strumentalizza il problema per ritorsione contro il Comune”

di Redazione
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Siamo solidali con i residenti per il disagio loro recato dal degrado in cui versa da anni lo spazio pubblico di via Sauro a Grosseto, diventato luogo di spaccio e di consumo delle droghe, ma li mettiamo in guardia dal rischio che falsi sostenitori strumentalizzino il problema in una lotta tutta interna alla destra estrema cittadina“.

A dichiararlo, in un comunicato, è l’Anpi provinciale di Grosseto.

“Chi l’altro giorno si è nuovamente attivato sul tema, chiudendo platealmente l’ingresso del ‘parco’, è mosso da un impulso irrefrenabile contro gli emarginati socialmente, chiedendo non per caso la sola repressione del fenomeno quando il medesimo è in realtà molto complesso, come è animato dalla volontà di far vedere che c’è ancora dopo la batosta elettorale dello scorso 4 marzo – continua la nota –. Ma in quel comportamento è presente anche una scelta polemicamente ritorsiva contro il sindaco e gli altri amministratori, rei di aver allontanato quella organizzazione neofascista dalla maggioranza che regge il Comune, visto lo scarso consenso da essa raccolto tra i grossetani a fronte del prezzo di immagine che la sua presenza comportava“.

“Sindaco e Giunta di destra hanno le loro responsabilità sulla questione – spiega l’Anpi -. Però se vogliamo rimuovere veramente il problema, al di fuori di ogni intento propagandistico, queste vanno chiaramente individuate e chiamate altrettanto chiaramente in causa. Il decoro urbano è compito del Comune. Lo era anche quando coloro i quali oggi protestano erano comodamente seduti in maggioranza. E non risulta che abbiano preso un atto amministrativo al riguardo. Il sindaco è il responsabile ‘politico’ del locale servizio sanitario. Ebbene, a proposito occorre potenziare l’area della prevenzione, in questo caso dal lato della lotta alle dipendenze, per far sì che le persone che si drogano vengano inserite nei circuiti di cura e recupero. Perché è la mancanza o l’insufficienza di questo approccio responsabile e solidale il nocciolo della faccenda, se ci prefiggiamo di agire in maniera efficace rispettando il prossimo: tutti i prossimi, non soltanto alcuni”.

“Cosa è stato fatto? Fino ad ora abbiamo registrato una preoccupante inerzia.  Mancano i finanziamenti? Ci domandiamo: si è presa una iniziativa per reperirli? E poi: come mai gli operatori dedicati a questo tipo di intervento sono sempre meno? La repressione è l’estrema ratio. Ma questa, oltre che contro i pesci piccoli del consumo, dalle istituzioni competenti va indirizzata con più determinazione contro i pescicani mafiosi del traffico di stupefacenti che sulla pelle della gente, sia di coloro che ‘si bucano’ sia di chi abita a ridosso delle zone di spaccio e di consumo, accumulano fortune immense. Prendersela esclusivamente con i primi copre gli affari criminali dei secondi – termina la nota -. Ci vuole un piano organico e integrato di contrasto del fenomeno, non chiacchiere o, peggio, ignobili e vergognose speculazioni politiche”.

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