Roccalbegna (Grosseto) Martedì 13 agosto a Roccalbegna sarà presentato a “Casa Albegna” il docufilm “Tre pellicciai alla Rocca”, prodotto da Shutters production nel 2024, frutto delle ricerche di Cecilia Iannella, Andrea Zamperini e Laura Ciampini sulla storia della deportazioni antiebraiche in Maremma.
Il documentario
Questo documentario narra la storia di tre famiglie di fede giudaica, i Waldman, gli Zeller e gli Zoltowski, che furono internate a Roccalbegna a causa della persecuzione razziale fascista fra il 1941 e il 1943. Provenivano da Paesi dell’Europa centrale: l’Austria, l’Ucraina, la Polonia, la Cecoslovacchia e la Francia e fuggirono in Italia a causa dell’antisemitismo presente nei loro Paesi. Arrivarono in Italia con un visto provvisorio tra il 1938 e il 1939. Con l’entrata dell’Italia nella seconda Guerra mondiale, tutti gli Ebrei furono dichiarati nemici e imprigionati in vari luoghi di internamento italiani, spostandoli vari luoghi di prigionia e arrivando anche in Maremma. A Roccalbegna arrivarono da Ferramonti tre nuclei familiari e i tre capifamiglia, che esercitavano la professione di lavoratori della pelle, si attivarono in paese con la loro professione. Vi rimasero fino al 12 dicembre 1943, quando furono internati nel campo di Roccatederighi, da dove partirono poi per i lager di Auschwitz, Bergen Belsen, Dachau, Kaufering. Nella scuola elementare di Roccalbegna una lapide ricorda la deportazione e la morte ad Auschwitz dei due bambini internati, Franziska e Albert Waldman.
Le vicende della loro permanenza a Roccalbegna sono narrate da alcuni rocchigiani, che erano bambini durante la seconda Guerra mondiale, ma che hanno conservato nella memoria un ricordo indelebile. Tutti hanno ricordato che Artur Zeller, sopravvissuto a Kaufering, tornò pochi mesi dopo la liberazione dal campo di concentramento a Roccalbegna per riprendere possesso dei bagagli che vi aveva lasciato. Seppure stremato, aveva attraversato l’Europa devastata dalla guerra per recuperare qualcosa di grande importanza. Il regista Lorenzo Antonioni ha saputo catturare attraverso i racconti dei testimoni la memoria del territorio, con particolare riferimento alla figura di Zeller, restituendo umanità alle tragiche vicende della storia. Il docufilm si è avvalso della collaborazione della cittadinanza di Roccalbegna, in particolare di Andrea Zamperini e della Pro Loco.
Per approfondire gli aspetti storici e memorialistici legati al periodo della seconda Guerra mondiale nella città amiatina, l’appuntamento è il 14 settembre, quando sarà presentato il volume “Memorie di guerra a Roccalbegna. 1941-1944”, edito da Effigi.