Il Comune di Castel del Piano presenta lo spettacolo “Ginettaccio, storia di un uomo giusto“, di e con Giovanni Betto e Paolo Perin, organizzato in collaborazione con Luisa Trevisi Idee che danno spettacolo.
Lo spettacolo andrà in scena sabato 5 febbraio, alle 20.30, al Teatro amiatino, a Castel del Piano.
In “Ginettaccio”, spettacolo scritto a quattro mani da Paolo Perin e Giovanni Betto, si vuole raccontare come nei momenti più bui della storia, anche se fievole, rimane accesa la fiammella della compassione umana grazie a donne e uomini giusti.
Partendo dal racconto dell’infanzia e dell’ascesa sportiva di Gino Bartali, si arriva a raccontare la storia (sconosciuta fino alla sua morte) del suo straordinario e silenzioso lavoro, speso per salvare la vita di centinaia di ebrei.
In “Ginettaccio” la straordinaria storia del ciclista toscano viene recitata e cantata con tinte leggere e poetiche, intrecciando vicende sportive e umane e raccontando il complesso contesto storico degli anni quaranta del secolo scorso. Viene raccontata la sua straordinaria storia non tanto mettendolo in scena in prima persona, ma raccontandola attraverso la voce di Giorgio Goldenberg, ebreo, che durante la guerra era ancora un ragazzino e se ne stava nascosto nella cantina di una delle case di Gino Bartali, insieme ai genitori e alla sorella più piccola.
Evento a ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Commento dell’ex campione del mondo di ciclismo Maurizio Fondriest:
“È stato un piacere essere presente alla serata – ha dichiarato l’ex campione del mondo di ciclismo, Maurizio Fondriest -. Mi è piaciuta moltissimo, nonostante conoscessi già la storia di Bartali, lo spettacolo ha suscitato il mio interesse e quello del pubblico in sala. Siete riusciti a raccontare le sue gesta sia sportive, ma soprattutto quelle umane in maniera forte e coinvolgente. Grazie anche a compagnie teatrali come la vostra, mi auspico che venga divulgato sempre più questo lato della vita del Ginettaccio che in pochi conoscono”.
La parola agli autori.
“Da 9 anni portiamo in giro ‘La notte’ di Elie Wiesel, ma sia io, sia Paolo, stavolta volevamo fare una svolta di 180 gradi: non più parlare del male, bensì volgersi al bene. Nella convinzione che volgere lo sguardo al bene sia più fecondo che concentrarsi sul male – dichiara Giovanni Betto –. E allora abbiamo cercato una storia, forte, che andasse in quella direzione. E abbiamo incontrato Gino. Durante gli anni del secondo conflitto mondiale il regime fascista inizia la persecuzione nei confronti degli ebrei italiani e porta l’Italia intera nel buio più nero della guerra. Donne e uomini giusti, tra i quali Gino Bartali, tennero viva la compassione umana e in svariati modi traghettarono il Paese intero verso un nuovo e lungo periodo di pace“
“Dopo anni di spettacolo che parla dell’orrore dei campi di concentramento volevamo affrontare la stessa questione però da un lato diverso, da un lato che mettesse in evidenza la corresponsabilità in tutta questa vicenda del popolo italiano e anche che la analizzasse un po’ dalla parte di coloro che hanno tenuto la speranza accesa: la speranza che si poteva ripartire in un modo diverso per un periodo di pace – spiega Paolo Perin -. E Bartali è stato uno di questi. Noi pensiamo sia un messaggio che valga anche per adesso che siamo in un periodo un po’ conflittuale, c’è bisogno di gente che non si schieri con le bandiere, ma che abbia sempre al centro la compassione tra gli uomini.”
Giovanni Betto, attore, si è formato con diversi attori e registi, fra cui Mirko Artuso, Andrea Pennacchi, Ramiro Besa, Giacomo Rossetto, Anna Tringali, sulla drammaturgia con il regista e drammaturgo Giorgio Sangati, sulla commedia dell’arte con l’attore Fabrizio Paladin e il Teatro del Norte di Oviedo, sul cinema con l’attrice Maria Roveran e sull’uso della voce con la vocal coach Chiara Veronese.
Ora si dedica al teatro, alla lettura scenica e alla formazione sulla lettura espressiva.
Con Effetti Personali Teatro debutta nel 2010 con “Un principe, una volpe, una rosa”, liberamente ispirato a “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry, e nel 2012 porta in scena il monologo “Una colomba”, di Luciano Colavero, testo finalista al Premio Riccione, per la regia di Vincenzo Ercole.
Nel 2017 è nel cast del film “Finché c’è prosecco c’è speranza”, di Antonio Padovan, con Giuseppe Battiston, Rade Serbedjia, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D’Amico.
Sempre nel 2017 porta in scena il monologo “Neve”, da lui scritto e interpretato, per la regia di Mirko Artuso, dedicato al nonno disperso in Russia e a tutti coloro che avrebbero potuto esserci, ma non ci sono stati. Spettacolo finalista al premio teatrale In-Box 2018 e al premio teatrale L’Italia dei Visionari 2018.
Paolo Perin, cantautore, dal 1995 al 2000 suona l’armonica con il gruppo Paludi magiche. Dal 2000 è una delle quattro colonne portanti dei Lunatici, gruppo swingante protagonista di concerti ed eventi culturali come la famigerata festa di Alovin.
Nel 2015 nascono i Calzini clandestini (Paolo Perin, Nicola De Pellegrin, Paolo Callegaro, Mattia Magatelli), gruppo che suona le canzoni scritte da Paolo Perin.
Nel 2009 inizia le sue incursioni nel teatro. Scrive delle canzoni originali che vanno ad integrare ed ampliare la storia raccontata dagli attori.
Con Giovanni Betto, attore coneglianese, mette in scena “La notte”, “L’ammmore”, “Rigore è quando arbitro fischia”, “La crisi”, “Reading buffet” e “Libera nos a malo” (con Marina De Carli).
Con l’attore Franziskus Vendrame, rappresenta i reading “Vita e morte della montagna”, “Cartongesso” e gli spettacoli di varietà “Piripipì piripipà” e “Aven Tori”.
Con il gruppo teatrale “Effetti personali” (Simone Carnielli e Marina De Carli) partecipa allo spettacolo “La Gigia” in veste di chitarrista. Con Simone Carnielli mette in scena lo spettacolo “Storie paurosissime”.
Con Simone Carnielli e Marica Zanchetta, realizza lo spettacolo “Le streghe di Lenzavacche”.
In veste di armonicista partecipa allo spettacolo del Teatro dei pazzi (con gli attori Giovanni Giusto e Bruno Lovadina e i musicisti Filippo Tantino e Alejandro Vaillant) “Disertori”.
“Sono un artist manager e un’organizzatrice di eventi – dichiara Luisa Trevisi –. Mi dedico alla diffusione della musica e del teatro attraverso la distribuzione di spettacoli, letture, concerti e l’organizzazione di festival e rassegne. Rappresentando e occupandomi trasversalmente delle carriere degli artisti, sono una figura che gode della loro fiducia e che sa guadagnarsi quella dei potenziali clienti grazie alla qualità che contraddistingue la mia offerta artistica. Sono convinta che il teatro e la musica debbano invadere lo spazio, non solo quello scenico. Scuole, sale consiliari, case di riposo, biblioteche, piazze, teatri, navi e spiagge tropicali rappresentano solo alcune delle cornici raggiunte dagli oltre 450 eventi organizzati attualmente al mio attivo”.