“Leggiamo in questi giorni, sulla stampa locale, del grido d’aiuto e d’allarme lanciato da associazioni, cooperative, piccole e medie imprese che si occupano del taglio del bosco nelle pendici amiatine, che si dicono molto preoccupate per le lunghissime procedure burocratiche, e soprattutto costose, ribadite nella recente sentenza del Consiglio di Stato, che prevedono anche l’intervento della Sovraintendenza”.
A dichiararlo sono Fabrizio Rossi, coordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia, Guendalina Amati, presidente del circolo Amiata di Fratelli d’Italia, e Luciano Petrucci, sindaco di Semproniano.
“Di fatto – spiegano gli esponenti di Fratelli d’Italia –, l’attuale procedura autorizzativa per effettuare il taglio del bosco e altre utilizzazioni in aree soggette per decreto ministeriale a vincolo paesaggistico prevedono il parere vincolante da parte delle locali Sovraintendenze; nel caso dell’Amiata, quella competente è quella di Siena, Grosseto e Arezzo. Parere, quest’ultimo, con il quale di fatto si dovrebbe autorizzare il taglio del bosco, sempre se le imprese si attengono al vicolo paesaggistico con il mantenimento del paesaggio e delle piante ad alto fusto o ceduo composto, rendendo così vana, ad esempio, la produzione di pali di castagno e similari, che poi è l’asse portante delle tante imprese amiatine del settore”.
“Vista, l’impasse burocratica generata dalla normativa vigente e anche dalla recente sentenza del Consiglio di Stato, adesso più che mai servono nuove norme e leggi da parte del Governo centrale, che regolino la materia senza tanti lacci e lacciuoli per le aziende del taglio del bosco, in modo che le stesse possano, sempre nel rispetto della natura, operare e lavorare. Intanto la Regione Toscana – concludono Fabrizio Rossi, Guendalina Amati e Luciano Petrucci – che ha la competenza amministrativa in materia di vincolo paesaggistico, dovrebbe provare a dialogare con le varie Sovraintendenze locali, al fine di agevolare e semplificare le procedure per ottenere i permessi, come ad esempio prevedere percorsi differenziati per le richieste di taglio di appezzamenti di piccole dimensioni. Un conto è che si tagli un mezzo ettaro o poco più di bosco, un conto è che si taglino, invece, grandi estensioni di bosco. Le aziende amiatine vanno aiutate e non ostacolate dalla sempre più pressante burocrazia”.