Home Amiata “Racconti in biblioteca”, doppio incontro a Merigar: si parla di David Lazzaretti e di Tibet

“Racconti in biblioteca”, doppio incontro a Merigar: si parla di David Lazzaretti e di Tibet

di Redazione
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Continuano, con grande partecipazione, a Merigar la serie di incontri culturali “Racconti in biblioteca… e oltre!“. I prossimi due appuntamenti, venerdì 16 e domenica 18 agosto, saranno entrambi a tema biografico e ci porteranno in due realtà diverse fra loro e molto affascinanti.

Venerdì 16 agosto, alle 18, nella sala Mandala di Merigar, la professoressa Anna Scattigno, presidente del centro studi David Lazzaretti, parlerà della vita di David Lazzaretti e della comunità da lui fondata sul Monte Labbro. Oltre la vallata su cui si affaccia Merigar, ben visibile da tutte le sue strutture e particolarmente scenografico, visto dalle vetrate del Tempio della grande contemplazione, si trova il Monte Labbro con, al suo apice, l’inconfondibile profilo della torre di David, che impreziosisce ulteriormente questo panorama unico. Ma cosa sappiamo di David Lazzaretti e della comunità che proprio su quel monte ha il suo punto di riferimento? La professoressa Anna Scattigno, presidente del Centro studi David Lazzaretti, guiderà il pubblico alla scoperta di questa figura, della sua biografia, del suo pensiero e della sua comunità.

Si parte quindi dall’Amiata del XIX secolo e da questa enigmatica figura di predicatore e profeta, conosciuto anche come Cristo dell’Amiata, e recentemente raccontato da Simone Cristicchi nel libro, diventato anche uno spettacolo teatrale, “Il Secondo Figlio di Dio”.

La vita di David Lazzaretti, inizialmente barrocciaio nella zona di Arcidosso, fu segnata da esperienze mistiche e visionarie e da periodi di isolamento e predicazione, cui seguì la creazione di una comunità di fedeli sul Monte Labbro. Sulla cima di questo monte dette inizio alla costruzione di una torre, l’Arca della Nuova Alleanza, dove pose le basi di una comunità che trovò aggregazione, tra il 1870 e il 1872, in tre istituti: gli Eremiti che pregavano e lavoravano i campi, avevano per simbolo la fede ed erano l’alimento spirituale delle opere della comunità; la Fratellanza cristiana, che aveva per simbolo la carità ed educava al rispetto della legge di Dio e degli uomini; la Società delle famiglie cristiane, che aveva per simbolo la speranza ed era costituita da contadini, piccoli proprietari, artigiani. Il clima era però di forte tensione, alimentata dall’aperta ostilità del clero locale e dalle voci secondo cui lassù alla Torre si predicava il comunismo e si preparava una sommossa. Questo portò ad accuse di frode e di eresia e infine alla morte violenta di Davide Lazzaretti, per mano dei Carabinieri, all’alba del 18 agosto, quando egli, insieme alla sua gente, scese processionalmente dal Monte Labbro ad annunciare al mondo l’avvento dell’età nuova del Diritto e della giustizia, il regno dello Spirito Santo.

Il Monte Labbro, aspro e solitario, dove il vento non cessa mai, ha tuttora, sulla sua cima, i resti della torre e la grotta dove l’acqua stilla, come allora, dalle pareti, con il suo potere risanante. Ad Arcidosso, nella Rocca Aldobrandesca, dove furono imprigionati i seguaci di David, si possono ancora ammirare gli abiti, gli stendardi, le immagini della processione del 18 agosto, insieme alle carte e ai documenti recuperati da una lunga dispersione.

Domenica 18 agosto, alle 18, nella biblioteca di Merigar, si torna a parlare di Tibet, con un viaggio indietro nel tempo di più di un millennio. Cristiana De Falco parlerà di Yeshe Tsogyal (757-817), figura femminile estremamente importante nel Buddhismo tibetano.

David Lazzaretti

David Lazzaretti nacque ad Arcidosso, sul Monte Amiata, nel 1834. Da un sacerdote imparò a leggere, poco invece a scrivere, ma dalla fine degli anni ’60 la scrittura, spesso di carattere visionario e profetico, accompagnò l’esperienza religiosa di David e la sua predicazione: lo testimoniano, accanto all’epistolario, le numerose opere manoscritte e a stampa. Durante la giovinezza David fece il barrocciaio. Leggeva molto: le vite dei santi, la Divina Commedia, i poemi cavallereschi, le sacre Scritture. Nel 1860 si arruolò volontario nell’esercito piemontese che combatteva in Umbria e nelle Marche le truppe pontificie. Partecipò alla battaglia di Castelfidardo, alla presa di Ancona, all’assedio di Gaeta. Credeva allora che l’Unità d’Italia sarebbe stata frutto di un consenso unanime. Amore della patria e amore di Dio nel suo pensiero erano congiunti in un nodo indissolubile. Negli anni mantenne fermamente questa sua convinzione.

Mosso da alcune visioni che contenevano un mandato ancora celato nel “mistero”, tra l’aprile e il settembre 1868 Lazzaretti si fece più volte «pellegrino» alla volta di Roma, finché il 16 settembre ottenne udienza da Pio IX. Tra l’ottobre e il dicembre di quell’anno, in una grotta nei pressi di Montorio Romano in Sabina, ebbe l’esperienza visionaria più significativa, da cui prese avvio la sua storia. Visse nella grotta da eremita, scrivendo preghiere, poesie, i primi avvisi profetici. Quando fece ritorno sul Monte Amiata, la sua figura era quella di un uomo ‘santo’ attorno al quale si raccolsero numerosi i credenti per ascoltarne la predicazione e seguirne i consigli.

David si ritirò a vivere sul Monte Labbro dove dette inizio, sulla cima del monte, alla costruzione di una torre, l’Arca della Nuova Alleanza. Avevano messo in comune i beni e il lavoro, si proponevano la pratica delle virtù morali e civili, aprirono scuole per adulti e bambini. Così organizzata, la comunità di David prefigurava un mondo nuovo che nella sua visione, nutrita della letteratura tardo-gioachimita, delle figure e dei simboli delle sacre Scritture, pareva prossimo a dischiudersi, con l’avvento di un’età di pace e prosperità e di un’umanità rigenerata.
La comunità che si era raccolta sul Monte Labbro attorno a Lazzaretti suscitò proseliti, ma anche persecuzioni.

Centro studi David Lazzaretti

Il Centro Studi ebbe origine nel contesto delle manifestazioni organizzate nel 1978 dal Comune di Arcidosso in collaborazione con il Canzoniere internazionale, Leoncarlo Settimelli e Laura Falavolti, per il centenario della morte di David Lazzaretti. Di particolare rilievo fu il convegno di studi organizzato dal Comune e dall’Università di Siena nel maggio 1979, che dette avvio a un’intensa stagione di ricerche. Gli atti del convegno vennero pubblicati nella collana della Nuova Guaraldi Editrice “Le classi popolari nell’Italia centrale” diretta da Tullio Seppilli (“Davide Lazzaretti e il Monte Amiata. Protesta sociale e rinnovamento religioso”, a cura di Carlo Pazzagli, Firenze 1981).

Il Centro studi fu istituito da parte dell’amministrazione comunale nel 1981. Attualmente ha sede al secondo piano del palazzo del Municipio. È articolato in tre sezioni: le prime due, l’una a carattere bibliografico l’altra a carattere documentario/archivistico, raccolgono studi su Lazzaretti pubblicati a partire dal primo ‘900, manoscritti, lettere di David Lazzaretti e documenti del movimento giurisdavidico, fonti iconografiche, fotografie, articoli di giornale, materiale audiovisivo. Le principali raccolte sono il Fondo Massimiliano Romei, il Fondo Leone Graziani/sezione David Lazzaretti, il Fondo Filippo Imperiuzzi. Nel corridoio di accesso alle stanze del Centro è allestita e visitabile una mostra fotografica che introduce alla visita della mostra “David Lazzaretti il Messia dell’Amiata” presso la sezione museale del Centro studi, al Castello Aldobrandesco.

La terza sezione, quella museale, fu allestita presso il Castello Aldobrandesco di Arcidosso nel 2008: documenta la figura e l’opera di David Lazzaretti e del movimento giurisdavidico, ricostruendone la storia attraverso documenti, immagini coeve, abiti e paramenti liturgici, manoscritti, fotografie.

La partecipazione è libera e gratuita.

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