Si è svolta questa mattina, presso il Grande Stupa di Merigar, ad Arcidosso, la cerimonia ufficiale per commemorare il Maestro Namkhai Norbu, scomparso il 27 settembre scorso.
Presenti alla cerimonia, oltre a centinaia di studenti e seguaci, provenienti da ogni parte del mondo, anche alcune autorità locali: il sindaco di Arcidosso, Jacopo Marini, il sindaco di Santa Fiora, Federico Balocchi, che, in segno di rispetto e compartecipazione da parte della cittadinanza, ha fatto predisporre per la giornata odierna le bandiere a lutto, il Prefetto di Grosseto, Cinzia Torraco, che il 10 settembre aveva conferito al Maestro Norbu l’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, il sindaco di Seggiano, Gianpiero Secco, e il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci.
La cerimonia è stata introdotta da Costantino Albini, che si è fatto portavoce della comunità di Merigar, ringraziando i presenti intervenuti a onorare e ricordare Chogyal Namkhai Norbu, “un uomo straordinario che, per chi ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscerlo, ha significato moltissimo e che, in minore o maggiore misura, ha determinato profondi cambiamenti nella nostra vita“.
Ripercorrendo l’esistenza di Namkhai Norbu, che in Tibetano significa “Gioiello del cielo”, ne ha sottolineato l’abnegazione e le sue straordinarie doti di generosità, amorevolezza, compassione ed elevata spiritualità.
Norbu era, ha continuato Albini, “un uomo dalla inesauribile versatilità e dall’ingegno sagace e multiforme, se io dovessi oggi tentare di parlare di tutto il bene che ha fatto, di tutto ciò che ha donato a noi e al mondo, non mi basterebbe tutta la giornata e sicuramente finirei per tralasciare molto di più di quanto non riuscissi a menzionare. Mi limiterò ad elencare alcuni aspetti del suo lavoro a livello culturale: innumerevoli pubblicazioni documentano la sua incessante ricerca storica e archeologica, particolarmente nel Tibet arcaico e nell’antico e dimenticato regno dello Shang Shung. Le sue scoperte rivoluzionarono idee da tempo considerate certe dall’establishment tibetologico“.
Albini ha poi evidenziato come Norbu sia “un esempio di immensa saggezza, gentilezza, lucidità e indomabile libertà di spirito. La sua visione è quella di un precursore: fin dal principio ci ha sempre insegnato chiaramente che il cammino di evoluzione interiore è un cammino di responsabilità personale“.
E proprio questo cammino verrà seguito da tutta la comunità di Merigar, insieme ai progetti e alle numerose iniziative di Namkhai Norbu, che verranno portate avanti alla luce dei suoi insegnamenti.
A conclusione tutti i presenti hanno intonato un antico canto, insegnato dal Maestro, per ritrovarsi in un momento di toccante condivisione.
Il corpo del Maestro Namkhai Norbu sarà custodito dentro una teca posta all’interno del Grande Stupa di Merigar.