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“Lungaguerra soldatino”: in scena lo spettacolo sulla deportazione nella seconda guerra mondiale

di Redazione
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Continua la 25° edizione di Toscana delle Culture, dedicata alle residenze di compagnie teatrali italiane poco conosciute, ma di grande qualità artistica.

Sabato 4 novembre, alle 21.15, al Teatro comunale di Cinigiano, sarà la compagnia leccese Teatro Zemrude a mostrare pubblicamente gli esiti del loro periodo di ricerche e di prove, con “Lungaguerra Soldatino“, uno spettacolo nato all’interno del progetto “Caterina Clandestina” che proprio a Cinigiano ha trovato la sua forma compiuta e viene presentato come studio scenico.

In scena Agostino Aresu (nella foto), che firma anche la regia, mentre la musicista e compositrice Daniela Diurisi ha elaborato la drammaturgia sonora.

Il progetto “Caterina Clandestina” nasce sotto forma di operetta radiofonica, intorno alle radio clandestine nei campi di concentramento per Imi – Internati militari italiani, raccogliendo testimonianze dei sopravvissuti dell’epoca. In una prima residenza artistica, da Astragali Teatro a Lecce, i due artisti hanno intervistato Francesco Venturi con la sua esperienza di prigionia in Germania, e Antonio Ancora, paracadutista sopravvissuto della battaglia di El Alamein. Nei giorni di Cinigiano si sono incontrati con Pasquale Cherubini di Monticello Amiata, ex internato in un campo di concentramento.

La struttura narrativa su cui poggiare gli episodi della seconda guerra mondiale è la fiaba “Il soldatino di piombo” di Andersen e i personaggi stessi della fiaba trovano un corrispettivo storico in quegli episodi, costruendo una storia reale e visionaria allo stesso tempo. Nel finale ritorna la storia di Radio Caterina, simbolo di ingegno e resistenza nei campi di concentramento.

Al centro il soldato, che è un soldato della seconda guerra mondiale, ma anche un soldato di tutte le guerre, subisce le decisioni dall’alto e viene ingannato, abbandonato, come l’8 settembre ’43, che portò alla deportazione degli internati militari italiani. Accanto c’è Caterina, la radio, ma anche la ballerina di cui il soldatino s’innamora. La storia e la fiaba si intrecciano e restituiscono una lettura di una “lungaguerra” senza vincitori.

Un’opera da vedere, frutto dell’ingegno di due raffinati artisti. Non inganni la dicitura “studio scenico”: spesso è proprio in questi momenti di “ricerca in pubblico” che si colgono i frutti artistici più rari.

Per informazioni, è possibile contattare l’Accademia Mutamenti al numero 348.4036571 o all’indirizzo e-mail info@accademiamutamenti.it.

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