Si è svolta mercoledì 16 aprile, nella sala del Popolo del Comune di Santa Fiora, la presentazione del Piano di insediamenti produttivi riguardante la possibile realizzazione di una nuova area artigianale sul territorio comunale, ubicata in località “Il Meleto”. Il progetto embrionale è stato illustrato dall’architetto Gianluca Gallinella e dall’economista ambientale Peter Schütte, consulente presso il COSVIG (Consorzio per lo Sviluppo delle aree Geotermiche).
Lo scopo della presentazione è stato quello di illustrare delle idee preliminari riguardanti lo sviluppo dell’area del Meleto. L’Amministrazione comunale, con l’adozione del Regolamento Urbanistico, ha individuato quest’area come la migliore per permettere la nascita e l’espansione di attività produttive, data la sua vicinanza alla strada provinciale e le caratteristiche geomorfologiche vantaggiose (una delle poche aree estese pianeggianti presenti sul territorio comunale).
L’architetto Gallinella, nella sua esposizione, ha delineato i criteri che dovrebbero guidare la futura costruzione di insediamenti produttivi. In primo luogo l’organicità con l’ambiente circostante, mediante la preservazione delle aree boschive presenti nell’area. Le infrastrutture da realizzare dovranno seguire anch’esse criteri di sostenibilità. Le reti di approvvigionamento, necessarie alle aziende localizzate nel nuovo sito, dovranno essere facilmente mantenibili ed implementabili a seconda delle successive richieste di allaccio. Per quanto riguarda le nuove infrastrutture, la divisione modulare dei lotti edificabili e i criteri di architettura bioclimatica saranno le linee guida del progetto. Il Regolamento Urbanistico prevede inoltre che nell’area del Meleto venga realizzata una “zona parking” di circa 4.500 m2, da riservare per le operazioni di Protezione Civile. Il progetto dell’architetto Gallinella prevede la riduzione significativa dell’impatto ambientale di questa infrastruttura, attraverso l’uso di pavimentazioni in materiali innovativi, permeabili alle acque piovane (acque che potrebbero essere raccolte in seguito come riserve antincendio), attraverso i quali si abbatterebbe il fenomeno dell’“isola di calore”, che in estate caratterizza le grandi aree asfaltate in modo tradizionale.
Il dr. Schütte ha illustrato uno studio di fattibilità riguardante le opportunità per le aziende del territorio interessate ad investire nell’area produttiva del Meleto. In particolare il suo lavoro si è concentrato sulla filiera del legno e su quella dei prodotti del sottobosco. L’ubicazione della nuova zona artigianale consentirebbe l’installazione di nuove attività imprenditoriali legate a tali filiere, apportando notevoli vantaggi. In primo luogo la disponibilità di materie prime reperibili sul territorio. Per quanto riguarda la filiera del legno si stima che ad oggi, in Italia, circa i 2/3 delle materie prime siano di importazione. Avere a disposizione una riserva di legname come quella amiatina consentirebbe di ammortizzare sensibilmente i notevoli costi legati al trasporto della materia prima. Inoltre lo sviluppo della filiera del legno potrebbe attirare gli investimenti di quelle aziende “collegate”, come ad esempio quelle impegnate nella produzione di macchinari per la lavorazione del legname o ancora quelle che si occupano della costruzione di stufe e caldaie a biomasse e a pellets. Anche la lavorazione dei prodotti tipici del sottobosco potrebbe rientrare in una prospettiva di sviluppo di questo tipo. Come nel caso del legno, la materia prima è disponibile in loco, e per di più la creazione di una filiera di prodotti locali potrebbe contribuire alla valorizzazione del marchio “Amiata” nel mercato nazionale e internazionale.
Tutte queste idee sono collegate a doppio filo alla risorsa geotermica. L’area del Meleto è infatti già servita dal teleriscaldamento, e le imprese interessate a stabilirvisi avrebbero a loro disposizione una fonte di energia a basso costo, grazie alla quale verrebbero abbattuti sensibilmente i costi di lavorazione dei prodotti finiti.
“In quell’area il fluido geotermico sgorga ad una temperatura di 80-90° -spiega l’arch. Gallinella-. Una temperatura sufficiente per consentire lo svolgimento della maggior parte delle attività produttive. Tuttavia si potrebbe pensare di incrementare ulteriormente la temperatura dell’acqua, attraverso l’utilizzo di pompe di calore industriali, al fine di coinvolgere nel progetto anche quelle imprese che necessitano di maggiore energia per i processi di lavorazione”.
“E’ un progetto che si trova ancora in una fase embrionale -dichiara il vicesindaco Balocchi -, ma che era contenuto già nel nostro programma elettorale del 2009. Indubbiamente siamo arrivati un po’ lunghi con i tempi, e con le elezioni alle porte non potevamo certamente presentare un progetto concreto né avviare i lavori. Tuttavia credo che si tratti di uno strumento davvero importante per provare a rilanciare gli investimenti e l’occupazione sul territorio comunale. Noi abbiamo proposto un’idea, incaricando dei professionisti di trasformarla in uno studio di fattibilità. Chi verrà dopo di noi dovrà decidere se portare avanti questa scommessa, investendo su di un piano attuativo di iniziativa pubblica, oppure lasciarla cadere. Personalmente mi auguro che si continui sulla strada intrapresa, poiché incentivare la costruzione di filiere legate al legno e ai prodotti tipici apporterebbe un contributo sensibile non solo all’economia del comune di Santa Fiora, ma all’intero circondario amiatino che, come tutte le zone disagiate, conosce una stagione di profonda depressione economico-occupazionale”.