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Venator e Magona, il Pd: “Il Governo trovi soluzioni per tutelare i lavoratori”

di Redazione
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Grosseto. “Ribadiamo la nostra piena, sentita solidarietà ai lavoratori colpiti dalle crisi industriali nel nostro territorio. Solidarietà e preoccupazione perché arrivano notizie contraddittorie e poco confortanti”: Giacomo Termine, segretario provinciale del Pd di Grosseto, e Simone De Rosas, segretario dei dem di Piombino a Val di Cornia, si rivolgono direttamente al Governo “perché moltiplichi gli sforzi per trovare soluzioni praticabili. Il tempo stringe e queste crisi feriscono tutto il nostro territorio in maniera profonda“.

“Continueremo a far sentire la nostra voce, continueremo – assicurano i due esponenti del Pda farci trovare al fianco di chi si batte per il proprio lavoro. Queste crisi colpiscono molte più persone di quel che dicono i freddi numeri statistici. Ogni stabilimento vuol dire l’indotto che da anni ormai vive delle stesse incertezze e difficoltà, ogni operaio vuol dire la sua famiglia, ogni stipendio in meno vuol dire minor capacità di spesa che si riverbera sul tessuto socio-economico di questa zona”.  

“La situazione – spiegano Termine e De Rosas è molto, molto preoccupante”.

Un piccolissimo spiraglio di luce si è aperto per lo stabilimento di Scarlino: infatti l’amministratore delegato di Venator Italy ha dichiarato che si sta materializzando la possibilità di recuperare la liquidità necessaria a prolungare il contratto di solidarietà per i 203 operai rimasti in servizio, che scade a giugno prossimo, sino a gennaio 2026.

“Sarebbe – commenta Termine una boccata d’ossigeno perché certamente entro giugno sarebbe stato molto difficile trovare una soluzione stabile. Il prolungamento del periodo di contratto di soledarietà, non appena confermato, sarà fondamentale per costruire una soluzione vera che dia certezze e futuro allo stabilimento e ai suoi operai”.  

Anche su Piombino rimbalzano da Roma notizie contrastanti che accendono le speranze o confermano le preoccupazioni: da una parte sarebbe in dirittura d’arrivo l’accordo con Metinvest Danieli per un impianto nuovo, dall’altra non si hanno più notizie di Jsw e Magona vive una fase di gravissima crisi. “Chiediamo al Governo – dichiara De Rosas di stringere i tempi e di occuparsi delle industrie di questo pezzo di Toscana”.

“Servono  – dichiarano a una voce Termine e De Rosas soluzioni immediate per i 1500 lavoratori che da dieci anni vivono in cassa integrazione. Una situazione alienante, sicuramente meglio del nulla ma inaccettabile. Se anche partisse, e speriamo riparta quanto prima, il nuovo impianto, questo non sarebbe pronto prima del 2028/2029 e non potrebbe assorbire tutti gli attuali dipendenti. La cassa integrazione scade a gennaio ’26. Bisogna occuparsene subito. Come servono soluzioni per chi non troverebbe lavoro nel nuovo stabilimento e per la formazione professionale, che è compito della Regione Toscana e alla quale chiediamo un impegno straordinario”.

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