Home Grosseto Allerta meteo, il Pci: “Protezione civile nel caos, sistema da rivedere”

Allerta meteo, il Pci: “Protezione civile nel caos, sistema da rivedere”

di Redazione
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Grosseto. È vero che la sicurezza va avanti a tutto, ma non si può continuare ad assistere ad un sistema di allerta meteo mal organizzato e gestito che in molte occasioni non fornisce indicazioni rispondenti al vero rispetto proprio alla sicurezza”.

A dichiararlo è Daniele Gasperi, segretario provinciale del Pci.

“Inoltre, non da poco, si assiste a decisioni frammentate sul territorio: Comuni che chiudono tutte le scuole, altri invece no, sedi delle scuole, come il comprensivo di Massa Marittima, che vedono Comuni dove le scuole restano aperte ed altri dove vengono chiuse – continua Gasperi -. I pericoli derivanti dal maltempo, come allagamenti, frane, esondazioni o in altre circostanze vento e gelate, se vengono emanati comunicati di allerta arancione, non possono vedere provvedimenti diversi per i comuni interessati e quindi un’autorità come la Regione dovrebbe assumersi non solo la funzione di scaricabarile, emettendo le sole allerta, ma assumersi la responsabilità di chiusura di plessi scolastici o altre disposizioni per garantire la sicurezza di tutti i cittadini e non solo degli studenti. Resta comunque il paradosso che a livello fiorentino si voglia allertare i territori lontani, spesso con situazioni che in tempi recenti ed anche nel passato più remoto venivano gestite in modo migliore”.

“Certo, ci vuole una rete efficiente a livello dei Comuni che sia operativa perché valuta in tempo reale le situazioni e, nel caso di pericolo per la pubblica incolumità, sia in grado di intraprendere azioni immediate per tutelare la sicurezza delle persone – spiega Gasperi -. Se si pensa ai tempi più remoti, dove vi erano meno strumenti tecnologici avanzati, in caso di eventi straordinari si mobilitava una rete che durante la giornata faceva chiudere le scuole in tempo reale e si rimandava gli studenti a casa senza creare disagi e frammentazione di comportamenti sul territorio. La riforma del sistema di protezione civile, voluto negli anni passati, ha spostato la competenza dalle Province alle Regioni e questo ha portato confusione e al miglioramento della situazioni di emergenza e, in taluni casi, come in Abruzzo, in attesa che qualcuno lanciasse l’allarme o reperisse mezzi idonei agli interventi, si sono concretizzate tragedie”.

“Accanto a questo c’è poi la gestione del territorio perché i maggiori disastri derivano da una cattiva cura del territorio: una cattiva pulizia dei fossi e delle pertinenze stradali, un taglio in alcuni casi selvaggio che favorisce frane, smottamenti ed altro. Basta vedere quello che succede nei centri abitati dove la carenza di semplici manutenzioni sempre per favorire la regimazione delle acque, creano pericoli per la circolazione con veri e propri fiumi che scorrono per le vie dei centri abitati”, termina Gasperi.

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