Grosseto. “Stiamo con il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna che ha deciso di essere in piazza il 25 aprile a celebrare l’Italia libera dalla dittatura e democratica, incurante di chi, da una sezione dell’Anpi, ha forse un concetto distorto della democrazia invitando a voltargli le spalle durante il suo discorso cantando ‘Bella Ciao'”.
Così il segretario provinciale della Lega Salvini Premier Claudio Pacella e il segretario intercomunale di Grosseto Alessandro Bragaglia commentano le parole del primo cittadino che ha ricordato a chi ha invitato a contestarlo come il 25 aprile non sia la festa solo di una parte politica o di un’associazione, ma di tutti gli italiani.
“Noi, come il nostro segretario federale Matteo Salvin, -sostengono Pacella e Bragaglia -, celebriamo questa giornata, non dimenticando i partigiani bianchi, socialisti, azionisti, repubblicani, socialdemocratici che combatterono per la libertà, così come i caduti alleati che furono decisivi nella liberazione del Paese dalle forze dell’Asse e che troppe volte vengono dimenticati. Non può essere ricondotto tutto ai soli partigiani comunisti ed alle forze politiche e associazioni di sinistra che sembrano essersi appropriati di una festa che è, e deve essere, di tutti. Dopo quasi ottanta anni crediamo che tutti noi dobbiamo celebrare la storia e la memoria per quello che realmente sono state e non come qualcosa che viene ricondotto, in maniera distorta, solo a pochi”.
Pacella e Bragaglia ricordano il ruolo del sindaco e come è stato eletto. “A qualcuno – spiegano i due esponenti della Lega – sfugge che Antonfrancesco Vivarelli Colonna è stato eletto democraticamente per due volte dalla maggioranza dei grossetani ed in piazza li rappresenta tutti e non solo quella esigua minoranza che si è girata a Maiano Lavacchio nella commemorazione dei Martiri d’Istia e che ha invitato a farlo anche il 25 aprile. Quella minoranza che dimentica anche come il sindaco giuri sulla Costituzione nata dalla caduta del fascismo e che detta le regole democratiche dell’Italia repubblicana. Confidiamo che la presenza in piazza del primo cittadino sia un monito per tutti, compresi quei contestatori che dovrebbero andare a ristudiarsi quella Costituzione che sostengono di voler difendere, ma che non fanno altro che offendere con atteggiamenti che di democratico hanno ben poco e che, forse, ascoltando chi non la pensa come loro, potrebbero vivere un confronto di idee che sarebbe, quello sì, costruttivo. Ma qualcuno, evidentemente, dell’opinione altrui, specie se differente dalla propria, ha paura”.