Home Ambiente Biogas e inquinamento dei corsi d’acqua, il comitato: “Giunta regionale sconfessa Arpat”

Biogas e inquinamento dei corsi d’acqua, il comitato: “Giunta regionale sconfessa Arpat”

"I limiti di legge sugli scarichi si applicano anche sui corsi d'acqua dei fossi artificiali, pur non rientrando tra quelli significativi"

di Redazione
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Grosseto. “Biogas e inquinamento, la Giunta regionale sconfessa l’Arpat di Grosseto: i limiti di legge sugli scarichi si applicano anche sui corsi d’acqua dei fossi artificiali, pur non rientrando tra quelli significativi”.

A dichiararlo, in un comunicato, è il comitato Grosseto Aria Pulita. 

“L’Arpat aveva scritto: ‘Il canale Molla 2 è di natura artificiale e non rientra, pertanto, tra i corpi idrici significativi … Nel caso del Molla 2, pertanto, le concentrazioni dei parametri determinate con le analisi non possono essere direttamente comparate con nessun limite di legge di riferimento’ – continua la nota –. La Regione, dopo aver rammentato che per corpo idrico ricettore di acque superficiali si deve intendere ‘ogni componente naturale o artificiale del sistema idrografico … rappresentato nella cartografia della Regione Toscana’, quindi anche il Molla 2, ha risposto che ‘rientrano nella classificazione di corpi ricettori acque superficiali anche corpi idrici diversi da quelli significativi. In conclusione, possono essere autorizzati allo scarico in corpo idrico recettore acque superficiali anche scarichi che recapitano in corpi idrici non classificati come significativi ai fini del monitoraggio previsti dal Piano di tutela delle acque’“.

“D’altra parte, non è concepibile che si possa pensare che i corsi d’acqua superficiali attorno alla città di Grosseto, quasi tutti artificiali, debbano essere maleodoranti e fonte di disagi ai residenti – sottolinea il comitato. I canali tra le località San Martino e Lago Bernardo ad est della città, il fosso Beveraggio a ovest del quartiere Verde Maremma, che sfocia nel San Rocco, i fossi a sud di Gorarella e dell’Uliveto tra la ferrovia e la Trappola a sud ovest della città, che avvelenano il fosso dei Mulini, l’Ombrone e la sua foce a mare, sono stati trasformati in fogne a cielo aperto. Secondo l’Arpat di Grosseto su tali fossi, essendo artificiali e non significativi, non è applicabile alcun limite di legge, neppure quelli relativamente alle concentrazioni massime ammesse per gli scarichi. Con tali pareri dell’Arpat di Grosseto, le segnalazioni e gli esposti dei cittadini sono stati archiviati dalla Procura e dal Tribunale”.

“Il Forum ambientalista e il comitato Grosseto Aria Pulita avevano segnalato fin da novembre 2019 un deposito esagerato di digestato solido in località Lago Bernardo, che non poteva rispettare né le condizioni colturali previste dalle norme e finalizzate al miglioramento della fertilità dei terreni, né i limiti previsti dalle leggi per il deposito massimo di azoto, ipotizzando che tali terreni fossero stati di fatto utilizzati come discarica per lo smaltimento dei materiali solidi e liquidi in uscita dagli impianti a biomasse – prosegue la nota –. In mancanza di risultati concreti, nel gennaio 2020 presentammo un esposto in Procura, avendo verificato dai risultati analitici sugli scarichi provenienti dai suddetti terreni nel fosso Molla 2 un superamento dei limiti di legge e segnalando le mancate verifiche da parte del Comune di Grosseto. Tutto venne archiviato. Per porre fine a tanti errori abbiamo promosso nel gennaio 2022 alla Giunta della Regione Toscana una interrogazione, che ilgGruppo del Movimento 5 Stelle ha accettato di presentare, e dopo 12 mesi, e diversi solleciti, è finalmente arrivata la risposta, con allegata una nota dell’Arpat regionale che anch’essa sconfessa quanto scritto dall’Arpat di Grosseto”.

“Inoltreremo tutta la documentazione alle varie autorità – termina il comunicatoaffinché le indagini in corso su inquinamenti simili siano assegnate a tecnici più affidabili”.

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