“Ogni anno puntualmente si ragiona di rifiuti nel momento in cui il Comune indica l’ammontare dell’imposta dovuta. L’opinione pubblica e la politica si sintetizza in un momento fatto di cifre, piani economici e finanziari e così via”.
A dichiararlo è Valerio Pizzuti, consigliere comunale di Italia Viva.
“A Grosseto nel 2022 succede che la Tari aumenterà del 4%. I conti tornano, il Piano economico e finanziario è corretto. In un anno di crisi, di crescita dei prezzi, di difficoltà energetica per tutti, imprese e famiglie, il Comune è costretto ad aumentare le tariffe – sottolinea Pizzuti -. Nessun amministratore pubblico è contento di chiedere maggiori tributi ai cittadini, eppure se non è capace a sviluppare politiche efficaci, alla fine si ritrova a doverlo fare. In Consiglio comunale il risultato è che sono i numeri a guidare la discussione e sono sempre a carico dei cittadini. Oggi a Grosseto abbiamo maggiori spese per imprese e cittadini e servizi di gestione dei rifiuti che non non migliorano. Anzi, la città e le frazioni sono trasandate, la raccolta dei rifiuti mostra difficoltà, i processi di economia circolare non si attivano adeguatamente“.
“Paradossalmente, anche la raccolta differenziata si trasforma da pratica di comportamento civile ad indicatore mai premiante – continua Pizzuti -. L’indice di incremento e di miglioramento della differenziata è un indice di civiltà senza contropartita. Non si traduce in minori spese per la collettività o in un ambiente più pulito. Non c’è scambio a Grosseto. Questo + 4%, che il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna annuncia, non è dunque un ‘semplice’ aumento, ma una palese dichiarazione di incapacità in cui si certifica semplicemente una gestione dello smaltimento dei rifiuti. Somme, addizioni e percentuali da cui è assente una prospettiva, in cui non c’è scambio virtuoso tra amministrati e amministratori. Più semplicemente. Cosa ha fatto il Comune per rendere la città più pulita? Come i rifiuti differenziati con attenzione dai cittadini si trasformano in risorsa? Quale iniziative ha preso Vivarelli Colonna e i suoi collaboratori per incidere come Comune capoluogo sul piano provinciale dei rifiuti?“.
“L’indice di difficoltà di una città si misura anche quando tasse e tributi aumentano senza essere garanzia di un processo virtuoso. Vivarelli chiede di più non offrendo prospettive e dichiarando la sua incapacità di incidere nei processi di organizzazione della vita della propria comunità. Anche la qualità di informazioni contenuta sulle bollette ne è la conseguenza. I cittadini non devono comprendere, devono subire e pagare. Eppure il corretto rapporto inizia dalla trasparenza e ritengo servirebbe che i Comuni fossero obbligati a pubblicizzare sulla bolletta un set di informazioni chiare e comprensibili delle attività del ciclo dei rifiuti rispetto ai costi e agli esiti. Queste informazioni potrebbero essere inserite nella lettera che l’amministrazione comunale invia unitamente al bollettino di pagamento della tassa e organizzate in modo tale che il cittadino sia in grado di essere correttamente informato che fine fanno i suoi euro e quale beneficio arreca il suo comportamento virtuoso sia alla comunità che alle casse comunali – termina Pizzuti -. La partecipazione civica capillare fondata sulla migliore informazione è la strategia per rendere i cittadini consapevoli e i migliori controllori dell’amministrazione comunale”.