“La chiusura dei bar, ristoranti e l’uccisione dei pub è una cosa scandalosa per l’intero sistema economico del Paese, che subisce questa scellerata decisione, visto che i contagi maggiormente sono in aumento tra il domicilio familiare e con i trasporti su automezzi“.
A dichiararlo, in un comunicato, è la segreteria del Pci delle Colline Metallifere.
“Così si mettono in ginocchio i commercianti e i negozi che, grazie all’ora dell’aperitivo, possono cogliere l’occasione per poter sfruttare la passeggiata serale – continua la nota -. Penalizzare un settore che fa da traino ad una già compromessa difficoltà è uccidere le piccole realtà che spendono, già molto e con estrema fatica, dando un servizio di qualità, professionalità e dando anche occupazione. Con la chiusura di queste attività si alimenta il terrore a non uscire, ne soffrirà anche l’indotto. Le attività collaterali saranno comunque costrette a tenere le luci accese nella speranza che qualcuno voglia uscire per bisogni emergenti e i fornitori vedranno calare gli ordini. Tutte le misure emanate sono state adottate per adeguare i locali alle norme e, se qualcuno non le rispetta, tutti non possono certo pagare”.
“La guerra contro il virus, ancora presente, va combattuta senza mettere K.O. il sistema produttivo – spiega il Pci -. Forse erano meglio maggiori controlli e lo stimolo, se non proprio una forzatura, ad un maggiore senso civico dei cittadini evitando di strozzare l’economia perché non si risolve il problema. Inoltre si doveva tenere conto anche delle differenze tra i territori e della presenza di focolai attivi per disporre chiusure mirate a zone dove sussistevano effettive condizioni di pericolo per la diffusione del virus. Stessa cosa vale per le palestre, dove la situazione risulta assurda e contraddittoria poichè nel precedente decreto si invitavano le strutture ad adeguarsi alle norme e, dopo appena una settimana, se ne decide la chiusura“.
“Ultimo appunto è quello sugli enti locali che, poco più di una decina di giorni dalla richiesta di Conte di valutare misure restrittive sui territori, se ne sono lavati le mani rimandando il problema al Governo e, ora che l’esecutivo ha provveduto, si rivoltano ancora perchè non condividono la decisione. Riteniamo questo tipo di politica istituzionale estremamente sbagliata. Gli amministratori locali ed i sindaci, in quanto autorità sanitarie e le aziende sanitarie, dovrebbero assumersi la responsabilità e gestire, nelle loro realtà, restrizioni perchè, se si scarica tutto sulle misure nazionali, queste non possono essere che quelle che si apprendono dai vari Dpcm – termina il comunicato -. Facciano sentire la loro voce e si assumano le responsabilità che hanno per il proprio ruolo“.