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Sgombero via Giordania, Usb: “Calpestati il diritto all’abitare e la dignità delle persone”

di Redazione
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Asia-Usb Grosseto esprime “profonda preoccupazione per le modalità in cui è stato posto in essere lo sgombero dell’area di sosta di via Giordania: un’operazione di polizia mastodontica, che specialmente il primo giorno ha visto il dispiegamento di un centinaio di operatori delle forze dell’ordine. L’intenzione era ovviamente quella di fare ‘pulizia’ delle situazioni abitative di chiunque non detenesse una licenza da operatore dello spettacolo viaggiante“.

“Parliamo dunque della difficile situazione di Michele Rossi e delle roulotte e casette mobili contenenti i pochi averi di una famiglia e tre singoli – continua la nota del sindacato -. Come Asia siamo stati vicini ai nostri associati per assicurarci che il tutto, per quanto vergognoso di per sé, si svolgesse correttamente e nel rispetto della dignità umana, augurandoci inoltre che gli uffici preposti del Comune e i servizi sociali riuscissero a trovare una soluzione in extremis per evitare agli sgomberati di finire in strada in quei giorni di pioggia battente. Quello che abbiamo trovato è stato invece un vero e proprio muro: come avevamo già avuto modo di vedere nei mesi passati, gli organismi preposti alla gestione delle emergenze abitative mostrano la mancanza degli strumenti necessari a un effettivo svolgimento dei propri compiti, dipendenti come sono da scelte a livello di bilancio comunale che penalizzano sempre più gli investimenti nel settore sociale”.

“Un Comune che, nelle figure del sindaco e di esponenti delle forze politiche di maggioranza, esprime disturbante soddisfazione per un’azione definita da più voci come coraggiosa – prosegue il comunicato -. Veramente un bel coraggio, quello di chi si vanta di aver sistemato una situazione di degrado in vista di una riqualificazione dell’area a favore di qualche impresa. Il profitto come imperativo assoluto, l’improduttività come sinonimo di degrado, come male da purgare a tutti i costi”.

“Tornando alle modalità dello sgombero, il tutto si è infine risolto in uno spettacolo avvilente, esempio lampante della forza dello Stato che si fa bruta quando si abbatte su chi versa in condizioni di povertà e marginalità – continua il sindacato -. La nostra presenza sul campo inoltre, per quanto limitata al nostro delegato e pochi altri appartenenti all’associazione, non è stata affatto gradita agli esecutori dell’ordinanza. Siamo stati più volti ripresi dal coordinatore delle operazioni, indisposto dal nostro filmare alcuni passaggi dei lavori di sgombero. Ma questo, per quanto spiacevole, è nulla in confronto a ciò che hanno dovuto subire i nostri associati: come nel pomeriggio del secondo giorno, quando si sono visti accerchiare da una trentina di uomini armati e invitati a più riprese di sgomberare nell’immediato le proprie abitazioni mobili”.

“In questo quadro si colloca il crollo nervoso di Tina, che, nella disperazione più totale sorta da un clima tesissimo, ha minacciato di darsi fuoco: un avvertimento puramente dimostrativo, non disponendo di strumenti di accensione e svolgendosi il tutto sotto una pioggia incessante – prosegue la nota -. Alle nostre persistenti richieste di dialogo si è risposto con la forza: Tina è caduta a terra sull’asfalto in seguito a un intervento maldestro, una mossa che ha fatto sversare tutto il materiale infiammabile sul piazzale già bagnato da ore di temporale. Dopo questo gesto sconsiderato, si è comunque proseguito con le operazioni di sgombero, non curandosi dello stato di salute dalla nostra associata. Abbiamo poi appreso a mezzo stampa che questo ‘parapiglia’ si è concluso con il ‘buonsenso’, un’altra espressione quantomeno eufemistica, che si accompagna allo sbandierato coraggio e all’orgoglio dei politici di cui sopra“.

“Riteniamo che queste giornate rappresentino l’ennesima dimostrazione di quanto in questo Paese ed anche nella nostra città, il diritto all’abitare e la dignità di persone che già vivono in condizioni di povertà e marginalità, vengano calpestati dallo stato, dalle amministrazioni locali e dai tutori dell’ordine. Ci teniamo ad aggiungere che in merito a questo sgombero risulta ancora pendente il ricorso al Capo dello Stato fatto da alcuni abitanti e residenti dell’area; pertanto la legittimità delle ordinanze sindacali è ancora in giudizio, e non è escluso che su questa vicenda si torni a parlare dopo la pronuncia degli organismi competenti – termina il sindacato -. La nostra lotta non si ferma, vogliamo una politica abitativa seria che riparta dagli investimenti pubblici nell’edilizia popolare, vogliamo che siano bloccati sfratti e sgomberi come sostenuto nell’ultima manifestazione nazionale indetta dall’Asia Usb e dai movimenti per la casa il 18 ottobre scorso“.

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