Dopo alcuni anni di investimenti circa i restauri delle opere, la riprogettazione delle sale, la messa a norma circa la sicurezza e investimenti di carattere scientifico, il Museo di Palazzo Orsini ha ottenuto dalla Regione Toscana il riconoscimento di rilevanza regionale.
Ad aumentare il numero dei musei di rilevanza regionale toscani, e in particolare quelli della Provincia di Grosseto, si aggiunge anche il Museo di Palazzo Orsini, storico palazzo-fortezza e museo della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello.
Già residenza degli Aldobrandeschi, poi degli Orsini e infine dei vescovi diocesani, il Palazzo Orsini che si erge maestoso in piazza della Repubblica a Pitigliano, è ancora uno dei palazzi più importanti e affascinanti della Toscana meridionale. Un complesso architettonico maestoso che negli anni Novanta è divenuto anche struttura museale e istituto culturale diocesano, e che da qualche anno è tra i primi cinque della provincia per numero di visitatori con oltre tredicimila presenze all’anno.
Infatti, dopo alcuni anni di investimenti propri circa i restauri delle opere d’arte, degli affreschi, della struttura fortificata, come anche destinati alla riprogettazione delle ventuno sale con una nuova illuminazione museale, la messa a norma circa la sicurezza e prevenzione incendi, o infine con investimenti di carattere scientifico in collaborazione con l’Università di Firenze-DIDA e alcune scuole del territorio, il Museo di Palazzo Orsini ha finalmente ottenuto dalla Regione Toscana il riconoscimento di rilevanza regionale a partire da quest’anno.
La diocesi e gli ultimi vescovi succedutisi, in un’ottica di condivisione e promozione del patrimonio, dell’arte, della cultura e del vasto territorio che caratterizza il comprensorio diocesano con un’area naturale e storica che si estende dall’Isola del Giglio al Monte Amiata, hanno voluto dare un segno tangibile, offrendo nel Museo di Palazzo Orsini un vero e proprio luogo-simbolo della città di Pitigliano e della diocesi stessa. Un percorso che ha anche potuto offrire – ed offre tutt’ora – lavoro a diverse persone e famiglie, nonché a piccole e medie imprese locali.
Per una città di confine come Pitigliano e un comprensorio vasto e affascinante come quello dei “Comuni del tufo” e delle zone interne del sud della provincia, lontani in tutti i sensi dai grandi centri e attenzioni, dopo un lavoro portato avanti con fiducia ma anche con tenacia dalle forze della diocesi – insieme a parte dei fondi 8xmille alla Chiesa cattolica – mettere il palazzo-museo a disposizione del territorio, delle varie comunità e istituzioni, nonché dei tanti turisti, non può che essere una soddisfazione e uno stimolo ad interessarsi con un’ottica diversa a questo territorio, a progettare bene in sinergia e con lungimiranza offerte culturali, di arte e anche di spiritualità.
La rilevanza regionale del Museo di Palazzo Orsini di Pitigliano spinge l’istituto stesso a migliorare continuamente la propria offerta culturale, ma è anche l’occasione per stimolare la riflessione su quanto le antiche istituzioni religiose – come anche quelle civili – possano essere indispensabili ad un territorio da una parte per non perdersi nella tentazione globalizzante contemporanea mettendo a disposizione e valorizzando identità millenarie, e dall’altra per non rimanere confinati nel dimenticatoio delle periferie, spesso invece caratterizzate da eccellenze e sorprese a vantaggio della collettività.
Un ringraziamento non scontato è doveroso nei confronti dei funzionari del Settore Patrimonio Culturale-Musei della Regione Toscana, che con sensibilità istituzionale e collaborazione hanno seguito l’iter di questo percorso.