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“Mare di conchiglia”: Irene Blundo presenta il suo libro al Giardino dell’Archeologia

di Redazione
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Sarà presentato mercoledì 25 settembre, alle 18, nel centro storico di Grosseto, al Giardino dell’Archeologia (in via Ginori 43), il nuovo libro di Irene Blundo, intitolato “Mare di conchiglia” (Laurum editrice).

In caso di pioggia, la presentazione sarà spostata all’interno del Museo archeologico e anticipata alle 16.

Con l’autrice dialogherà la scrittrice Paola Alberti. L’iniziativa è organizzata dalla libreria Mondadori di Grosseto. Sarà presente l’editore Davide Bisconti.

Il libro è una raccolta di 14 racconti inediti. I racconti sono ambientati in Toscana, Sicilia, Sardegna, Costiera amalfitana e a Gaeta. Un viaggio nelle emozioni fresche del presente e nei ricordi dell’infanzia a Punta Secca, diventata la Marinella di Andrea Camilleri nella trasposizione televisiva dei romanzi su Montalbano. C’è molta Maremma, da Marina di Alberese con le sue “Volpi Pierrot” a Roccamare, che nella sua fitta pineta accoglie le ville di Fruttero e Calvino. Un arcipelago di isole: Giannutri, Elba, Sicilia e Sardegna.

L’autrice

Irene Blundo, giornalista e scrittrice, è nata a Grosseto. Nel 2015 ha pubblicato il Millelire di Stampa Alternativa “Bianciardi d’essai”. Nel 2016, per Laurum editrice, ha scritto il libro “Grosseto nel fango. 50 anni dall’alluvione dei dimenticati”. Nel 2019 le è stato assegnato a Pisa il Premio Europa per la sua “instancabile attività per la promozione della cultura e della letteratura in particolare”. Ha lavorato quasi 17 anni per il quotidiano La Nazione, attualmente collabora con la rivista “Storia e storie di Toscana”, edizioni Medicea Firenze. Di cultura e spettacoli si occupa anche nel suo blog Entrevista (ireneblundo.wordpress.com). Questo è il suo primo libro di narrativa.

Quarta di copertina

Dagli album dei ricordi spunta fuori quella foto che mi fa tanto ridere. Con tenerezza. Avrò avuto quattro anni e sto impettita a guardare il mare, sugli scogli di Punta Secca. Ai piedi due zoccoli enormi per me, che bello da bimbe infilarsi le scarpe della mamma. Ho il viso imbronciato e il corpo proteso verso il blu, in attesa. Esistono convinzioni che ci appartengono senza conoscerne l’origine. Non sapevo quando avrei trovato l’amore. Sapevo, però, che sarei stata Penelope.

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