Sabato 21 settembre, alle 18, alla biblioteca comunale di storia dell’arte di Montemerano, è in programma la presentazione del libro di Fabio Dei “La cultura popolare in Italia da Gramsci all’Unesco” (edizioni Il mulino 2018)
L’evento è a cura dell’Accademia del Libro.
Fabio Dei è docente di antropologia culturale all’Università di Pisa. Collaboratore di varie riviste specialistiche, è autore di libri significativi, come “Antropologia della cultura materiale”, con p. Meloni, (Carocci, 2015), “Terrore suicida” (Donzelli 2016) e “Antropologia culturale” (il mulino, 2016).
Il suo ultimo volume – che verrà presentato a Montemerano il 21 settembre – ha il significativo titolo di “La cultura popolare in Italia da Gramsci all’Unesco”.
Il percorso che l’autore propone nel testo affronta infatti un excursus storico e critico sulla scoperta, lo studio, la comprensione e l’uso del folklore in Italia, nell’arco dell’intero Novecento.
Agli inizi del secolo si era affermata una tradizione di studi positivista e filologica che interpretava le manifestazioni folkloristiche come forma di espressione di una cultura inferiore. Il fascismo utilizzò poi il folklore come supporto, in chiave populista, alla propria propaganda di regime.
Le pagine sul folklore scritte da Gramsci negli anni del carcere divennero, nell’immediato dopoguerra, il paradigma di riferimento che mutava radicalmente l’approccio, il modo di studiare e di interpretare le manifestazioni folkloristiche.
Ne derivò un nuovo ed inedito interesse per il folklore e una ricca letteratura etnografica capace di intessere forti legami con il dibattito antropologico internazionale. Autori come De Martino e Cirese innovarono fortemente la tradizione classica degli studi di folklore, creando una nuova disciplina «demologica».
Tra gli anni ’80 e ’90, però, le ricerche del settore hanno conosciuto una fase di declino, in conseguenza degli indirizzi dominanti nei consumi culturali di massa e del diverso approccio alla cultura popolare, rispetto a quello degli anni ’60 e ’70.
I modelli interpretativi, le forme d’uso e le modalità di rappresentazione delle manifestazioni folkloristiche sembrano ormai rispondere a bisogni e interessi ben diversi da quelli che hanno caratterizzato gli studi e le ricerche degli anni precedenti.
Il volume offre un quadro di riferimento utile a comprendere le diverse interpretazioni e modalità d’uso della cultura popolare nel corso del tempo.