Diciamoci la verità, quando gioca la Nazionale Italiana diventiamo un po’ tutti tifosi, anche se di solito il calcio non ci interessa. Perché in fin dei conti quegli undici in campo in un certo senso ci rappresentano, attraverso loro l’orgoglio italiano fa il giro del mondo e ci riscopriamo tutt’ad un tratto più patriottici di quanto crediamo di essere.
Ecco perché quando vengono svelati i nomi dei giocatori convocati in Nazionale ci prestiamo ad analizzare la rosa dei prescelti, a farci domande sulle motivazioni che hanno portato a determinate scelte, e, spesso e volentieri, a criticarne altre. Le convocazioni non vengono mai fatte a caso, non si parla mica dell’estrazione dei numeri a Tombola: il CT della Nazionale analizza accuratamente tutte le papabili opzioni, valutando chi scegliere e soprattutto dove collocarlo affinché possa dare il meglio di sé in campo. C’è chi sostiene che una squadra giovane sia una squadra più vincente, dato che i giocatori, più motivati a dimostrare quanto valgono, tendono a dare davvero il 100% in campo. Al contrario, c’è chi invece pensa che in determinate circostanze l’esperienza dia un’effettiva marcia in più, e che quindi è opportuno preferire giocatori magari non più giovanissimi, ma che sappiano esattamente come comportarsi in campo.
Per la partita contro il Portogallo in Nations League e per l’amichevole contro gli Stati Uniti, Roberto Mancini, che dallo scorso maggio ricopre il ruolo di CT della nostra Nazionale, ha fatto delle scelte strategiche davvero interessanti. Il suo intento è stato quello di creare una rosa bilanciando adeguatamente giocatori giovani e talentuosi, e colonne portanti della formazione azzurra.
Per formare le convocazioni della sua squadra, Mancini non si è certo dimenticato di chi in Nazionale milita ormai da anni, e ne rappresenta forse la parte migliore. Campioni italiani universalmente apprezzati e riconosciuti come Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, entrambi baluardi della difesa della Juventus, considerata la probabile vincitrice secondo le quote sulla vincente della Champions di Betfair, ma anche Lorenzo Insigne e Marco Verratti, rispettivamente ala del Napoli e centrocampista del Paris Saint Germain, sono due colonne portanti della nostra amata Nazionale. Tre sono invece gli esordienti: Vincenzo Grifo, venticinquenne ala sinistra dell’Hoffenheim; Sandro Tonali, 18 anni, centrocampista del Brescia, soprannominato dagli addetti ai lavori “il nuovo Andrea Pirlo”; ed infine Stefano Sensi, classe ’95, centrocampista del Sassuolo. Per questi ragazzi il 2018 è stato l’anno in cui si è finalmente realizzato il sogno di indossare l’agognata maglia azzurra. Tra i giovani, ma non di certo esordienti in Nazionale, spiccano i nomi di Gianluigi Donnarumma, Nicolò Barella e Federico Chiesa. Donnarumma è considerato l’erede di Buffon, mentre Barella e Chiesa, dal canto loro, sono talenti nostrani che fanno gola a molte società europee. Questi giocatori possono contare non solo sulla loro giovane età e sulle loro prestazioni eccellenti, ma anche su una discreta esperienza in Nazionale, che certamente è un altro punto a loro favore.
Una formazione così strutturata è risultata di fatto essere abbastanza efficace, in quanto è riuscita a tenere testa ai campioni d’Europa del Portogallo e a strappare una vittoria alla Polonia. Il talento da solo non basta: per creare una squadra vincente e coesa è necessario tener conto di diversi fattori, tra cui non solo la giovane età, ma anche l’esperienza e la “saggezza” che ne deriva.